Recensione: There Where The Moon Rises
Quella dei Throned è una storia lunga. Nata, senza ancora un nome ufficiale, nel lontano 1994 per volere del mastermind Throned con il drummer Armseel, solo nel 1997 la band [ora una one-man project con la collaborazione di Armseel] pubblica un primo MCD per la genovese BTOD, “Watching The Lands Of Purity”, presentando un black metal con inserti sinfonici. Dopo varie vicissitudini, durnate le quali Throned continuò comunque a lavorare su nuovi materiali, dobbiamo aspettare il 2003, con questo nuovo mini “There Where The Moon Rises”, per una pubblicazione ufficiale a nome Throned.
Per l’occasione Throned, sempre compositore di musica e testi, si è avvalso dei servigi di Equinoxe [Mystical Fullmoon] alla batteria ed Astraghon [The True Endless] alla voce.
Il MCD, composto da tre brani più un intro [per un totale di circa 19 minuti], si può considerare come un concept, dove i tre brani cantati sono le tre parti di una storia narrata in musica e nei testi. Vi è infatti una sorta di crescendo: in linea con l’avanzare della narrazione, anche musicalmente il ritmo si fa più incalzante, partendo dal mid-tempo della prima traccia [ad un primissimo ascolto mi sono venuti in mente i Khold] per arrivare ad una doppia cassa frenetica nell’ultima. Il drumming di Equinoxe, molto preciso, si mantiene comunque per lo più su ritmi molto marziali e cadenzati, e con i suoi cambi di tempo è il vero direttore dei brani, donando a questi l’ossatura fondamentale su cui si inseriscono chitarre e voce.
Le tre tracce si muovono tra momenti in cui il riffing cerca di mantenersi su toni di una certa epicità, -in particolare nel secondo “capitolo”- e sonorità più depressive e monocrome, che si trascinano lente e cupe.
Buono l’uso della voce, uno screaming -di tanto in tanto alternato a momenti puliti- angoscioso che ben si fonde con le atmofere grige dipinte dalla musica.
L’averne fatto un concept garantisce una certa coerenza ed autonomia a questo MCD sebbene, dovendone trovare un difetto, il fatto che sostanzialmente i tre brani siano l’evoluzione di un’unica idea può farlo apparire un po’ ripetitivo e prolisso.
Di originalità non ne troverete molta in questo MCD, nulla che non sia stato già detto in passato da altri. E’ certamente evidente che è un prodotto ben suonato e pensato a fondo, ma non vedo nulla che possa farlo emergere in modo particolare nell’odierno -saturatissimo- panorama Black Metal.
E questo è in fondo il problema del Black Metal tout court oggigiorno, una staticità che non ritengo essenziale e connaturata al genere stesso, che anzi nasce, ormai più di una decade fa, per andare contro tutti i trend e gli schemi.
Consiglio, a chi ne fosse interessato, un ascolto preventivo di questo MCD. In ogni caso, spero in un primo full-lenght ufficiale, dove, sulla lunga distanza e con qualche idea in più questa band potrebbe fare comunque bene.
- Introduction
- In Front Of The Golden Throne
- The Mist Rising From The River
- …There Where The Moon Rises