Recensione: They Came Over the High Pass

Di Alessandro Calvi - 10 Settembre 2002 - 0:00
They Came Over the High Pass
Band: Defender
Etichetta:
Genere:
Anno: 1999
Nazione:
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82

I Defender sono un gruppo olandese che propone un power molto epico senza mezzi termini, come nello stile dei primi Manowar, niente a che fare con i pur olandesi autori del recente cd autoprodotto “Remaining Tales”.
Qui a dettare legge è Philip Von Segenberg, principale autore e già membro di band come gli Afflincted, insieme al cantante Van Der Graaf (Generator), e dei Cranium.
Questo They Came Over the High Pass è un disco molto interessante, prima che per la musica, soprattutto per la storia che vi sta dietro che merita di essere scritta prima della recensione vera e propria del disco.

Questo disco è in pratica un concept album, ma per una volta non tratta di una storia presa da qualche libro di qualche autore fantasy più o meno famoso, ne di una storia inventata dai membri stessi della band, parla di una storia vera. I membri del gruppo prima di scrivere questo disco infatti si sono recati  per un anno in Tibet e durante la loro permanenza là e appena dopo il loro ritorno hanno scritto questo disco. Un disco che parla del Tibet, parlando degli stupendi paesaggi dell’Hymalaya, di città appollaiate sulle cime delle montagne quasi fossero costruite sulle nuvole e soprattutto dell’invasione subita da parte della Cina. Sono proprio loro, i soldati dell’esercito cinese, “coloro che giunsero attraverso l’alto passo” come recita il titolo del disco.

Passando a parlare del disco come si diceva prima si tratta di un album di power-epic senza compromessi. Nessuna concessione ad altre influenze e puro metallo dall’inizio alla fine.
Il disco si apre con la titletrack che in realtà si rivela essere solo un pezzo di introduzione, non melodico e sinfonico come è di moda presso tanti gruppi, ma solo i suoni, i rumori, i respiri di un gruppo di persone che sembrano avanzare sprofondando nella neve con la fatica dovuta all’aria rarefatta dell’alta quota.
Subito dopo si apre il disco con The Siege of Ermengar e da questo punto in poi non c’è più spazio per decidere se la musica dei Defender piace o meno. Il riferimento ai Manowar è piuttosto ovvio, la loro musica li ricorda molto da vicino, soprattutto per quanto riguarda i primi dischi di DeMaio e soci. E allo stesso modo dei Manowar i Defender suonano un metal senza compromessi che o piace o non piace, non ci sono mezze misure.

Un disco che sicuramente piacerà agli oltranzisti del power e anche a molti altri perchè la proposta del gruppo, pur rimanendo in un genere che sembra essere fin troppo abusato da gruppi clone dei Manowar, è originale e personale in grado di esaltare più di un cuore. Certo, qualche pecca è riscontrabile in sede di produzione e in un paio di punti le linee vocali avrebbero necessitato di un’ulteriore occhiata, ma sono peccati veniali su cui si chiude volentieri un occhio.
Buon Ascolto!

Tracklist:
01 They Came Over the High Pass
02 The Siege of Ermengar
03 High Himalayan Valley
04 Summit Day
05 Dragon
06 City in the Clouds
07 Maze of the Minotaur
08 Nomads of the Stars

Alex “Engash-Krul” Calvi

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