Recensione: Think Like A Mountain
La Svezia è famosa per la nutrita schiera di gruppi death metal che da questa fredda terra provengono, ma non per questo dobbiamo sottovalutare chi innocentemente ha voluto dedicarsi ad altro genere. Per questo motivo mi trovate a scrivere dei Ritual, giovane gruppo svedese nato nella seconda metà degli anni novanta e occupatosi di buon progressive rock sin dall’inizio. La gonfia discografia rapportata ai pochi anni di vita insieme del gruppo, è sicuramente prova di una quantità enorme di idee e di una altrettanto grande forza di volontà: a noi spetta valutarne i frutti. Non so quanti di voi conoscano questo gruppo, sicuramente il nome che li contraddistingue è stato spesso offuscato dalle band svedesi più famose e richieste dal pubblico. Ebbene con questa recensione vediamo di rendere noto il nome di un combo del nord che fonde le sonorità di Led Zeppelin, Yes e Gentle Giant, alle novità più fresche e promettenti degli ultimi tempi. Assieme ai Pink Floyd del nuovo millennio chiamati RPWL, considero i Ritual di Patrick Lundstrom una delle più valide promesse del futuro soft rock. Sono sicuro che con un disco come Think Like A Mountain il successo sia una volta per tutte riconosciuto dalla critica assetata degli ingredienti qui contenuti: audacia ed energia allo stato puro. Dove tecnica e impatto sonoro restano un dettaglio, viene rivalutato l’effetto diretto ed immediato della traccia con il nostro orecchio. Come riescono a fare tutto questo? Come riescono ad esempio ad unire le atmosfere evocate trent’anni fa dai Gentle Giant ai più sfiziosi Placebo di questi anni? Non lo so, ma il risultato vale l’acquisto. Una cosa è certa, non si scade nel banale e nei ritornelli patetici cui il rock televisivo ci ha ormai da tempo abituato ad assistere, ma piuttosto siamo ospiti di una suggestiva atmosfera firmata Ritual, sin dai primi secondi ispirata alle sonorità indiane.
In blocco citerei la frizzante tripletta di partenza. What Are You Waiting For sfrutta un’introduzione molto speciale per sottolineare l’entusiasmante lavoro di chitarra che dopo tutto costituisce lo spirito generale dell’album, a precedere il disarmante chorus di Humble Decision, la traccia in seconda posizione di cui tanto si è parlato nell’intervista organizzata da Truemetal. Explosive Paste gioca attorno ad una manciata di riff solo apparentemente innoqui per rivelare più tardi le capacità di un bassista saltellante a cavallo del suo Musicman. La cdtrack in sesta posizione assieme ai due brani che la affiancano, scrivono i tre capitoli più riflessivi di questo album dosando con arte dolcezza e distorsioni di chitarra, fino a raggiungere il pezzo protagonista Infinite Justice, titolo che in questo periodo dovrebbe farvi venire qualcosa in mente: perfetto matrimonio fra le caratteristiche del disco più interessanti, sfrutta una geniale sequenza di riff uguali per poi sostituire alla violenza le candide note di arpeggio e voce. In nona ed ultima posizione troviamo due episodi che sembrano collegati sia per il nome, sia per la breve durata che li accomuna. On/Off non superano i due minuti abbondanti ciascuno, e nel primo e nel secondo caso costituiscono rispettivamente un intermezzo orientale che spezza le sorti del disco a tre quarti e una conclusione ipnotica opposta alle esilaranti melodie fino adesso ascoltate. Incastonate in questo particolare duetto, altre due tracce in cui nel primo caso per qualche istante sembra riecheggiare la musica degli Alice In Chains, mentre in Breathing si incontra ancora una influenza molto importante e degna di nota, quella dei Radiohead. Insomma un disco che come avrete capito non puo’certo considerarsi propriamente progressive rock, ma che paradossalmente deve la sua grande originalità e la sua estrema versatilità all’ampia gamma di ispirazioni cui vuol far fronte. Se i gruppi citati sono di vostro gradimento, non lasciatevi scappare l’occasione di scoprire un nuovo delizioso gruppo svedese chiamato Ritual.
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. What Are You Waiting For
02. Humble Decision
03. Explosive Paste
04. Once The Tree Would Bloom
05. Mother You:ve Been Gone For Much Too Long
06. Think Like A Mountain
07. Moomin Took My Head
08. Infinite Justice
09. On
10. Shamanarama
11. Breathing
12. Off