Recensione: This Equipment Must Be Hearted
La soavità della melodia e la brutalità dell’hardcore fanno, ancora una volta, capolino in un unico stile che, mese dopo mese, anno dopo anno, assume sempre di più una propria dignità nel panorama del metal estremo sotteso dal death e dal thrash.
È il metalcore dei connazionali Speaking To The Deaf e del loro debut-album, “This Equipment Must Be Hearted”. I quali, percorrendo la propria strada a margine di una scena death italiana – preminentemente affollata di band brutal e technical – di assoluto livello internazionale, mostrano che anche il loro stile, perlopiù associato agli strati più giovani dell’uditorio metal, è ricco di particolarità e peculiarità. Sì da renderlo, in alcuni casi, maturo e adulto esattamente come i ‘generi padri’.
Una maturità, a modo di vedere di chi scrive, che prende in questo caso a piene mani sonorità, umori e armonie derivanti dall’heavy metal, cioè da quello che oggi si definisce ‘heavy’ o ‘heavy classico’. Quest’anima si percepisce spesso e volentieri in certi arpeggi (“Resolution”), in più di un riff (“Between The Lines”, a là Iron Maiden…), in qualche solo (“Hold Your Horizon”) e, anche, quando Tommaso Bianchelli, cantante semplicemente… bravissimo, mostra un tono vagamente simile a quello del leggendario Vicki James Wright degli altrettanto leggendari Tokyo Blade, fra i Re della NWOBHM. Assonanze a parte, gli Speaking To The Deaf innestano, su questa base dalle tinte classiche, tutti quegli elementi necessari a rendere la loro proposta al passo con i tempi, fresca e frizzante. Un po’ di growling qua e là, accelerazioni e rallentamenti sparsi, improvvisi incattivimenti (“Between The Lines”) e, perché no, un tocco di elettronica che in questi casi non guasta mai (“A Place For My Memory”).
Senza mai esagerare sia con i watt, sia con i BPM: il combo di Ancona, pur menando le mani quando occorre, predilige un approccio tutto sommato neutrale, usando cioè i guanti e non i guantoni, alla questione musicale. Una filosofia cui è arduo trovare delle similitudini in giro, tanto che verrebbe da coniare un nuovo genere, per i Nostri: ‘heavycore’. Il metalcore, infatti, spesso e volentieri pare non avere, nel proprio DNA, quell’heavy metal con cui intere generazioni di metallari hanno fatto i conti. Si può intuire facilmente, allora, che l’ensemble marchigiano sia effettivamente riuscito a elaborare, seppur in modo ancora non definitivo, uno stile davvero personale; che trova pochi riscontri in giro per il Mondo. D’altro canto, la difficoltà nel focalizzare con precisione il proprio marchio di fabbrica implica che tale operazione non sia stata ancora raggiunta: qualche disomogeneità tipologica fra le canzoni c’è, anche se non così estesa da frammentare il disco. Ciò si sente, per esempio, in song come “Strain Of The Mourning” ove i refrain, per la loro elevata orecchiabilità, appaiono leggermente avulsi dal contesto generale, più riottoso.
La rabbiosa “Speaking To The Deaf”, quindi, sembrerebbe proprio il miglior biglietto da visita dell’omonimo act. Dato per scontato, all’inizio, il richiamo all’heavy maideniano, si fa strada con rabbia e decisione l’attitudine *-core, a volte sottotono ma qui gustosamente in prima linea con delle linee vocali in grado di trascinare un TIR. Anche la conclusiva “The Silence Now Broken”, con i suoi riff possenti e granitici, l’isterica aggressione vocale di Bianchelli e l’accattivante ritornello, è indicativa della direzione che gli Speaking To The Deaf dovrebbero perseguire con la massima determinazione per solcare a fondo il mercato nazionale e internazionale dedicato al metalcore.
Si tratta, perciò, di peccati di gioventù: gli Speaking To The Deaf hanno solo quattro anni di carriera, alle spalle, e “This Equipment Must Be Hearted” è il primo, vero tentativo di fissare su un supporto le tante idee che circolano loro in testa. Idee che fanno capolino già con decisione e che, nell’immediato futuro – data l’innegabile bravura e competenza che si percepiscono con chiarezza – , non potranno che assumere il carattere della consistenza e della continuità stilistica.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. This Equipment Must Be Hearted 1:43
2. My Sacrifice 4:58
3. Hold Your Horizon 5:03
4. Between The Lines 5:50
5. A Place For My Memory 3:08
6. Resolution 5:45
7. Strain Of The Mourning 5:02
8. Speaking To The Deaf 4:41
9. The Silence Now Broken 6:06
Durata 42 min.
Formazione:
Tommaso Bianchelli – Voce/Chitarra
Giacomo Scortichini – Chitarra
Lorenzo Mezzalana – Basso/Voce
Michele Vitali – Batteria
Musicisti addizionali:
Voce in “Strain Of The Mourning” – Francesca Bonvini
Voce in “Speaking To The Deaf” – Nedstep