Recensione: This Is Not America
Davvero notevole questa prima fatica partorita dai nostrani The Unripes.
La storia del gruppo inizia in quel di Modena nel 2005, ma è solo nel 2012 che la band giunge al tanto agognato traguardo del primo disco, pubblicando per la Street Symphonies Records questo “This Is Not America“.
Il quartetto, forte del prezioso contributo dato dal batterista Luca Setti (Trick Or Treat, qui accreditato come Sevens), sforna un disco di puro Heavy Rock di chiara matrice anni ’80, riprendendo i preziosi insegnamenti impartiti da mostri sacri come Skid Row (del primo periodo) e Ratt.
Il tutto completato da un ottima prova tecnica dei musicisti coinvolti e soprattutto, da una produzione pulita e molto moderna, in grado di valorizzare ancora meglio il materiale proposto.
Il platter trova il suo inizio nella rocciosa “Track N.1“, prima traccia che, dopo un’intro atmosferica, sprigiona subito tutta la carica dei The Unripes, sottolineando la direzione che il gruppo intende seguire nel corso dell’album.
Le seguenti e ottime “Reload“ e “Get On This Rollercoaster“, proseguono sulla medesima scia tracciata dall’opener, mantenendo il lavoro su livelli eccellenti come del resto dimostrato anche dalla splendida “You Are The One“, passaggio che sembra provenire da “Subhuman Race”, ultimo album proprio degli Skid Row, registrato con Sebastian Bach alla voce nel 1995.
Fortissimi echi ancora di Skid Row e Ratt sono percepibili nelle grintose “Until The Day I Die“ e “My Muse Is Called Rock ‘N’ Roll“, come sempre caratterizzate da superbi riff chitarristici, sorretti da una sezione ritmica micidiale e completati da ritornelli curati, semplici e vincenti.
Molto buona, ad onor del vero, è anche la seguente “Damned Electric“ che, ancora una volta, sarebbe potuta benissimo comparire in un album come “Slave To The Grind“ (Skid Row, 1991).
Stesso identico discorso pure per “Scream If You Wanna Go Faster“, brano che ripete con successo la formula vincente – composta da potenza e melodia – proposta dal giovane quartetto tricolore, che saluta il proprio pubblico con l’ultima ed orecchiabile “The Star Beyond The Wall“, episodio eccellente nel chiudere al meglio un disco privo di cali di tensione.
“This Is Not America” si presenta insomma, come la netta ed ennesima dimostrazione di come in Italia non manchino musicisti validi in ogni settore. Artisti che, almeno nel rock e nel metal, riescono ancora ad offrire album degni del genere che rappresentano; prodotti meritevoli di essere apprezzati ed ascoltati con la massima attenzione.
Ottimo lavoro.
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Tracklist:
01. Track N.1
02. Reload
03. Get On This Rollercoaster
04. You Are The One
05. Untile The Day I Die
06. My Muse Is Called Rock n’Roll
07. Damned Electric
08. Scream If You Wanna Go Faster
09. The Star Beyond This Wall
Line Up:
Axia – Voce
Michele Pelillo – Chitarre
Uncle Sappa – Basso
Sevens – Batteria