Recensione: Thrashwall
Sono incazzati come pochi i portoghesi Thrashwall … che ben lo dimostrano nell’album di debutto dal titolo omonimo, un tornando che, in neanche mezz’ora, sfascia tutto quello che incontra, con viva ferocia e indomabile forza.
In giro dal 2015, la band esprime un Thrash furibondo, veloce e detonante, influenzato tanto dalle sonorità classiche della Old School di Slayer, Anthrax, Kreator e Megadeth, quanto da quelle più recenti di Municipal Waste e Violator.
‘Thrashwall’ rappresenta l’essenza del Thrash, il significato del battere e percuotere: è un album senza compromessi e senza filtri, l’urlo furioso di chi affronta i problemi sociali, si ribella e vuole essere anticonformista, cercando un mondo migliore e consapevole, protetto dal marcio proprio da un muro.
Non c’è un brano che non sia sparato a raffica, che non trasudi rabbia attraverso ritmiche spaccaossa, cambi di tempo coinvolgenti ed incisivi, assoli penetranti ed una voce sfrontata ed al vetriolo.
C’è tanta energia primordiale in questa band e la emana con forza, senza starci tanto a pensare.
Pezzi, come ad esempio ‘War Outside The Wall’, ‘Warehouse Rampage’, ‘Insanity Alert’ e ‘Mosh In The Wall’ prima ti inchiodano e poi ti prendono e ti scrollano. Alla fine sei incazzato anche tu e non sai perché (va beh che siamo in un momento in cui basta scegliere … il motivo si trova), soluzione: ti stappi una birra e vai avanti.
In poche parole, ‘Thrashwall’ è un album genuino e schietto, di Thrash vero, senza compromessi e rappresenta una buona partenza per questa band, dalla quale ci si può aspettare molto (certi scambi tra le asce sono parecchio interessanti, tra l’altro).
L’album è stato prodotto da Miguel Tereso ai Demigod Recordings ed è stato registrato negli studi della Firecum Records, label che ne cura anche la distribuzione.
La prima prova è stata superata, ora aspettiamo i Thrashwall al varco con viva impazienza.