Recensione: Thrill Me

Di Fabio Vellata - 11 Febbraio 2010 - 0:00
Thrill Me
Band: Fire
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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75

Dalla provenienza “esotica” ma dallo spessore artistico tutt’altro che impalpabile, i maltesi Fire giungono in bello stile al traguardo del secondo capitolo discografico in carriera, bissando con “Thrill Me”, i positivi riscontri maturati con “Ignite”, debutto decisamente “underground” (molto scarsa la reperibilità) edito nel corso del 2006.

Che il rock sia linguaggio internazionale frequentato un po’ a tutte le latitudini, è cosa risaputa che non ha di certo il potere di sorprendere, tanto più, se osservata dalla prospettiva di un’epoca in cui la globalizzazione rende l’intero pianeta come una sorta d’unico villaggio. Fa ad ogni modo piacere, constatare come anche in un piccolo e sperduto angolo di mondo come l’isola di Malta, esistano talenti pronti a darne un’interpretazione interessante, conferendo continuità ad un percorso che potrebbe offrire qualche soddisfazione ai molti appassionati.
Paragonati per suoni, attitudine e caratteristiche compositive a Thunder, Firehouse, Y&T, Whitesnake, Krokus e Gotthard, i Fire sembrano avere – tralasciando qualsivoglia accostamento più o meno azzeccato – due caratteristiche principali adatte a farli risultare graditi.
Un’eccellente padronanza dei propri strumenti ma, soprattutto, una “sensibilità” ed un gusto per le buone melodie al di sopra della media, elemento davvero basilare per la concreta riuscita in un ambiente come quello del melodic rock.

Brani scorrevoli e discretamente strutturati, armonie “facili” e qualche ritornello ben calibrato per fornire il giusto appeal in termini d’orecchiabilità, sono elementi che contribuiscono alla formulazione di una miscela accattivante, talora un po’ ruffiana, ma essenzialmente pensata per piacere agli amanti del genere, accaparrandone le simpatie con un campionario di soluzioni tratte con estrema aderenza da quello che potrebbe essere un ipotetico manuale dell’hard rock.
Buona voce, quella del singer Kenneth Calleja, chitarre in primo piano e chorus pronto a zampillare nella parte centrale del brano, senza, come ovvio, privarsi degli immancabili assolo di contorno che tanto fanno scuola “anni ottanta”.
Buon suono e produzione priva di sbavature fanno il resto del lavoro, consentendo al gruppo maltese di inanellare una serie di tracce forse non da primato ma significativamente riuscite, soprattutto allorquando i ritmi riescono ad addensarsi in un profilo per nulla banale, vicino ai gruppi poc’anzi citati ma, di tanto in tanto, ardimentosi al punto da proporre qualcosa di proprio.

È il caso ad esempio di un episodio molto rappresentativo come “That Kind Of Woman”: un flavour quasi “futurista” nella voce filtrata e nello sferragliare delle sei corde di Joe Vella e Robert Longo, presto soppiantato da parti ritmiche ariose e divertite, preludio ad un ritornello ampio e ficcante.
C’è parecchio poi di “classico” in situazioni veloci e dinamiche quali quelle offerte dalle incalzanti “Come With Me”, “Always There” e dall’iniziale title track, momenti di buon rock melodico che piace senza andare troppo per il sottile, non privo di raffinatezze, ma nemmeno eccessivamente sofisticato da apparire poco sincero o troppo costruito.

Sono, ad ogni modo, i Gotthard il vero punto di riferimento del quintetto isolano. Lo dimostrano pezzi quali “Crazy Lovin’”, “Where Are We Goin’”, “Get It On” e sopra tutti, “Lost Without You”, evidenti stralci di un songwriting affine a quello di Steve Lee e compagni che, pur senza paragonarsi alla conclamata classe superiore del grande gruppo elvetico, mette in cantiere qualche colpo riuscito ed un amalgama sonora efficace e per lo più divertente.
Non mancano come da programma, i passaggi meno scattanti e quelli a luci soffuse: la coppia di mid-tempo “Hollywood” e “Back Home” ed il blues da notte fonda “No More Pain”, consegnano agli annali un disco decisamente di ottima qualità, all’interno del quale non si intravedono pecche di particolare rilievo, ne motivi di grosso disappunto.

Ottima preparazione, suoni adeguati, canzoni piacevoli e copertina intrigante. Ce n’è abbastanza insomma, per consigliare ai fruitori di hard rock una capatina dalle parti di Malta o, qualora la fatica risultasse eccessiva, per caldeggiare quanto meno un ascolto approfondito di “Thrill Me”, interessante novità proveniente da universi rock sconosciuti e del tutto imprevisti.

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Tracklist:

01.    Thrill Me
02.    Get It On
03.    Thet Kind Of Woman
04.    Come With Me
05.    Always There
06.    Hollywood
07.    Crazy Lovin’
08.    No More Pain
09.    Where Are We Goin’
10.    Lost Without You
11.    Back Home

Line Up:

Kenneth Calleja – Voce
Robert Longo – Chitarra
Joe Vella – Chitarra
Mark Abeja – Batteria
Charles Cassar – Basso
 

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