Recensione: Through The Eye Of Simmetry
Difficile promuovere un demo che fatica a trovare la stabilità espressiva tanto ricercata dalle case discografiche. Il gruppo milanese che vi sto presentando si perde in un minuscolo bicchiere d’acqua sprecando le indiscutibilità qualità tecniche per favorire la produzione di un disco esageratamente elaborato, troppo spesso collage forzato di cavalcate tecniche che alla fine del pezzo rivelano le grandi mancanze di questa band italiana, sia nel contenuto strumentale che nelle parti vocali. Prova che anche nel progressive metal la padronanza dello strumento può diventare un semplice dettaglio, ecco un demo ben suonato e ben prodotto, che nonostante la forma entusiasmante pecca nelle emozioni che riesce a regalare. Prima fra le pochissime componenti che meritano un grosso punto di domanda, la promettente voce di Marco Nobile all’interno di ogni pezzo: a mio modesto parere il suo compito è stato notevolmente messo in difficoltà dalla necessità di inserire la voce fra strutture complicate spesso gratuitamente; per il resto nonostante questi quattro pezzi superino di gran lunga i sei minuti ciascuno, si ammassano gli interminabili vuoti al loro interno. A volte sembra che la musica sottragga fiato alla voce, la cosa francamente infastidisce ed in alcuni casi diventa quasi imbarazzante trovarsi di fronte ad una linea vocale che non trova alcun ruolo nel contesto proposto dai compagni. La prova si trova nelle liriche che la band ha riportato nel booklet prodotto e nei brevissimi versi che le compongono: in questo labirinto di parole senza via d’uscita, la prima cosa da sistemare è il rapporto voce/musica.
L’ascoltatore è costantemente appeso ad un filo che non si vuole spezzare! Questo manca ai Simmetry, non so in quale altro modo spiegarmi. Una tensione incandescente che non può essere tollerata a lungo tempo, la musica cresce e morde ma ogni volta che raggiunge il punto più alto sembra poco interessata a lasciarsi cadere concedendo lo spazio che la voce merita in questi casi. Impeccabile certo il lavoro del chitarrista nonchè produttore Christian Ricci, ma come vedete posso parlare di questo demo solo filtrando il lavoro dei singoli personaggi poichè poco è stato concesso ad ogni brano nella sua resa complessiva: la formazione a cinque (chitarra/tastiera) forte dell’esperto bassista Efrem Pozzati, sostiene un songwriting troppo vario e poco incisivo nei momenti giusti, che rende ogni pezzo assolutamente indistinguibile da quello precedente o seguente, e riff dello stesso brano a volte insipidi o poco significativi. Insomma manca la scintilla, fino adesso il gruppo è molto promettente ed il disco ben suonato, quindi questo è un voto che non posso negare. Un grosso in bocca al lupo dal nostro portale!
Andrea’Onirica’Perdichizzi
TrackList:
01. Aletheia (Way Of The Truth)
02. Exploration
03. Shadows Of The Soul
04. Dreaming Image