Recensione: Thunderproject – Vol. I
Nel 2011 vide la luce Fallen From Heaven, il primo lavoro autoprodotto della band triestina Bluerose, un concept album incentrato sulla storia di un angelo caduto sulla terra, eponimo della band. La sorprendente maturità del combo, che veleggiava nei mari procellosi di un hard rock dalle incursioni heavy, prog ed AOR, è stata poi confermata dal sequel Darkness And Light, rilasciato due anni più tardi.
Oggi uno dei mastermind dei Bluerose, il cantante, chitarrista e tastierista Riccardo Scaramelli, fa nuovamente parlare di sé grazie all’uscita del suo primo progetto solista, intitolato “Thunderproject”. Si tratta d’una articolata e complessa proposta artistica che comprende, in edizione limitata, oltre al CD, pure un libro, appellato “The Land of The Light” (dal titolo di una canzone dei Bluerose, qui riproposta in una nuova versione), correlato ai testi del full-length ed a quella canzone ispirato.
Vol. I, dicevamo. Eh sì, perché si tratta del primo di una serie di concept album, collegati tra loro e ispirati a svariate vicende raccontate nei volumi allegati.
Il full-length si presenta con una confezione curatissima ed elegante, ed il suono è up-to-date e di alta professionalità, e valorizza il sound grintoso e nitido di Thunderproject.
Riccardo Scaramelli canta e suona tutti gli strumenti, aprendo le danze con Revolution, arrembante uptempo infarcito da chitarre “metallose”. Sempre su tempi veloci e travolgenti si muove Again, attraversato dai lampi abbaglianti delle tastiere e dai turbinosi e frenetici assoli d’ascia.
Con Change to Change ci spostiamo verso un territorio più classicamente hard rock dalle venature AOR, ornato da misteriosi inserti di tastiere e fregiato da un raffinato assolo di chitarra.
Pure The Thunder, in cui gli irresistibili riff dei tasti d’avorio fanno da padrone in un evocativo ed orecchiabile brano AOR, si contraddistingue per la presenza d’un immancabile pregevole assolo della sei-corde.
Se Back to Paradise procura una sentimentale tregua all’ascoltatore grazie alle inflessioni di una semi – ballata elettrica, Destiny ci riporta tra le maglie di un midtempo hard rock con screziature heavy, che però si concede un originale intermezzo di pianoforte jazz.
Bad in the city ripercorre i sentieri di uno scandito hard rock, e così fanno pure The last day e Firewind, un brano duro e, nello stesso tempo, orecchiabile ed epico.
Lost in deja-vu offre all’ascoltatore una delicata intro di voce femminile e tastiera, le quali evocano magiche atmosfere, ma poi accelera verso travolgenti, avvincenti e melodici riff in mezzo al guado tra hard ed heavy.
The Land of the Light, poi, travolge l’ascoltatore grazie alla sua cascata di riff metal, che percorre un magmatico heavy con break orientaleggiante.
Infine, Into the Light ci conduce alla conclusione accarezzando con tasti d’avorio e chitarre le sfumature di un limpido prog.
Detto che Thunderproject – Vol. I contiene due bonus tracks (il trascinante class-rock Wasted – remix dei Bluerose – e l’hard rock melodico Through The Fire – inedito da Fallen from Heaven), diamo atto a Riccardo Scaramelli di aver realizzato un’opera di rilevante professionalità, classica e contemporanea insieme, nonchè energica e priva di qualsivoglia caduta di tono.
Aspettiamo, dunque, con vivo interesse i volumi successivi.
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