Recensione: Tia

Di Alessandro Cardinale - 4 Giugno 2012 - 0:00
Tia
Band: Tia
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
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80

Questo omonimo dei vicentini Tia è uno dei dischi più sottovalutati e dimenticati del panorama metallico italiano degli anni Ottanta. Le ragioni di questa indifferenza affondano in un passato crudele e avido con i musicisti coinvolti nella band. I Tia furono tra i prime mover della scena Hard Rock del nostro paese ma le loro principali ispirazioni non provenivano dalla Nwobhm come per la maggioranza dei loro colleghi, piuttosto da oltreoceano specialmente dalla nascente ondata AoR statunitense. Questa caratteristica compromise fin dagli esordi le scelte musicali dei Tia, tagliati fuori quasi per partito preso, dalle preferenze degli ottusi ascoltatori italiani.

Il complesso vicentino cominciò a farsi notare con timidi consensi nei primi anni Ottanta con il loro Hard Rock accostabile al sound dei Whitesnake, con qualche spunto più ambizioso di matrice Foreigner o Rush. I Tia possedevano una tecnica esecutiva davvero invidiabile e una professionalità rara per i musicisti italiani di quegli anni. Il pubblico non li considerò molto ma fortunatamente una label attenta come la Moon Records, specializzata in produzioni Progressive, concesse i suoi servigi ai Tia e così i nostri siglarono un contratto per esordire ufficialmente su Lp.

Nel 1985 il gruppo si chiuse ai Novastudio di Vicenza per dare forma al loro primo disco omonimo. La produzione e i suoni stupivano per la precisione e la grande vitalità, aspetti da non sottovalutare nel dilettantismo cronico che affliggeva le produzioni tricolori di quegli anni. L’ottimo lavoro svolto dalla band si percepiva fin dalla opener “Take A Way” un brano che avrebbe meritato di essere inserito in compilation e programmato dalle radio. La formula musicale dei Tia si basava sulle ottime parti vocali del talentuoso Walter Apa abbinate a splendide strutture melodiche sorrette dalle tastiere di Michele Bon e dalle sei corde di Andrea Vio.

I Tia si destreggiavano tra composizioni ambiziose come “Etchetu Aloh” che rimanda al Progressive degli anni Settanta e brani più immediati come “On Air” degno del paragone con i mostri sacri Van Halen. In “It’s Music” il gruppo concentrava una grande verve compositiva unita a un’immediata fruibilità da parte dell’ascoltatore, nuovamente i vicentini si dimostrarono ispirati e liberi dagli stilemi imperanti in quel periodo. Nella seconda parte del disco i Tia mostrarono una maggiore propensione verso suoni meno elettrici ma non meno elaborati. Con “What’s Your Face Like” i cinque rockers sembravano voler offrire il loro personale tributo ai Toto senza perdere però la loro originale personalità.

Più romantica e rallentata “She” vedeva protagonista il cantante Walter Apa con la sua timbrica atipica per gli standard tricolori e vicina alla scuola californiana dei primi anni Ottanta. Il disco si concludeva con “Eyes” una composizione fluida in bilico tra Hard Rock e Progressive dove affioravano forti contaminazioni del passato che oggi ci rimandano a nomi storici quali Deep Purple e Uriah Heep.

Questo ottimo disco venne quasi ignorato al momento della sua uscita per poi godere di un breve momento di interesse negli anni Novanta quando molte altre formazioni italiane parvero sul punto di voler intraprendere la via dell’Hard Rock melodico dopo tanti anni di delusioni metalliche. La fortuna dei Tia però non mutò e della formazione originale, di cui ora si sono quasi del tutto perse le tracce, si salvò soltanto Michele Bon che ritroveremo nei Le Orme indirizzato verso lidi Progressive di cui i Tia forse rappresentarono l’incipit.

Ormai dimenticati e sepolti dal tempo i Tia diedero un esempio di come si potesse uscire dai clichè imperanti in un periodo musicale segnato da categorizzazioni spietate e preconcetti spesso troppo severi. Se questo vinile vi capitasse tra le mani non siate ingenerosi come troppi furono prima di voi e fatelo vostro.  

Alessandro Cardinale

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Tracklist:
1 Take A Way 4:40     
2 Etchetu Aloh 5:33     
3 It’s Music 5:25     
4 On Air 3:14     
5 What’s Your Face Like 5:05     
6 She 5:55     
7 Eyes 5:05

 

Line-up:
Bass – Mauro Novello
Drums – Massimo Jannantuono
Guitar – Andrea Vio
Keyboards – Michele Bon
Vocals – Walter Apa

 

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