Recensione: Tigress – Women Who Rock The World

Di Francesco Maraglino - 7 Novembre 2021 - 15:00

Instancabile come non mai, il grandissimo Jim Peterik (già uno dei mastermind degli immensi Survivor, oggi soprattutto boss dei Pride Of Lions) torna a metter mano ad uno dei suoi innumerevoli progetti (è appena dell’altro giorno, peraltro, il suo contributo decisivo ai due recenti lavori di Dennis DeYoung). Parliamo dei World Stage, con i quali il musicista statunitense si cimenta nel passare in rassegna un gran numero di vocalist e musicisti diversi, cui presta la propria sopraffina penna di straordinario autore melodic rock, e la propria abilità di strumentista.

Con questo “Tigress – Women Who Rock The World” il nostro artista decide (come già s’intuisce dal titolo) di rendere omaggio a un nugolo di cantanti e musicisti donne, talune già parte del roster Frontiers (come Chez Kane), altre note al di fuori del circuito strettamente AOR, come la celebre chitarrista Jennifer Batten e l’attuale cantante dei Jefferson Starship Cathy Richardson.
L’inconfondibile stile autoriale di Jim riluce in tutti i brani, e fa da terreno di coltura eccellente per valorizzare e far splendere le voci (e gli strumenti) delle guest-stars.

Molti sono i brani dall’andamento slow e dal piglio romantico. Walk Like Royalty (cantata da Kimi Hayes con Nile Brosh alla sei-corde), è una ballatona in purissimo stile Survivor, mentre
Lazarus Heart è ancora un intensissimo lento splendidamente interpretato nientepopodimeno che da Janet Gardner delle Vixen.

Il più classico taglio Adult Oriented Rock, energico e patinato, è esibito da canzoni come A Cappella (nella quale la brillante Chez Kane attacca a cantare in uno incipit da ballata pianistica che si trasforma poi in un rock epico alla Survivor con tanto assolone di chitarra), Full Moon Crazy (class rock energetico e carico di soul interpretato dalle citate Cathy Richardson al canto e  Jennifer Batten alla chitarra), Against The Grain (con Rosa Laricchiuta) e Prom Night In Pontiac (con Chloe Lowery  alla voce e Anika Nilles dietro i tamburi della batteria , nonché Ashley Reeve al basso), entrambi foriere di un rock allegro, fiero e veloce.

Non mancano, e rappresentano anzi elementi particolari di distinzione, alcune canzoni che si distinguono dal più classico stile AOR, come proprio la title-track Tigress (con Kate French,  Jennifer Batten e, al violino, Abigail Stanshmidt), che veleggia tra pomp e world, il vintage hard rock’n’roll di Stronger At The Broken Places  e quella sorta di r’n’r alla “Pretenders meets Survivor” che ci pare Music In The Aire (ancora cantata da Chloe Lowery).

Nel complesso, nel full-length una certa vena pop-rock è prevalente rispetto a quella più vigorosamente hard rock.

Impossibile, però, analizzare  qui tutti i brani (sono ben sedici). Va detto, comunque, che le canzoni di “Tigress” sono tutte di elevata qualità, impreziosite da voci sfavillanti e chitarre balenanti, nonché caratterizzate da una certa uniformità stilistica  – con le già descritte eccezioni – a dispetto della presenza di svariate artiste (in altra occasione era accaduto il contrario: in “Winds Of Change” del 2019, Peterik si era infatti messo diversamente in gioco cercando di assecondare lo stile dei vari ospiti ).
Un altro lavoro irrinunciabile, in definitiva, per gli appassionati del più classico AOR.

Francesco Maraglino

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