Recensione: Til Avsky for Livet
E’ l’essenza norse la nota più stimolante del pluri rimandato Til Avsky for Livet, che con il suo patrocinio inonda l’esordio dei Ljå rendendolo violento, genuinamente cattivo, fatto di velocità e nervi tesi, basato su un’esecuzione sporca e rabbiosa che fa il suono rumoroso e straripante.
In questo, inizia a finisce lo stile del quintetto, graffiante in tutte le sfumature ed al meglio nella fenomenale “Til Satan“, traccia da applausi perché allo stesso tempo “norvegese”, tirata, ma sviluppata su una trama principale melodica ed efficacissima che ne fa spiccare la personalità.
I Ljå sono veementi, hanno la stessa consistenza e sapore di un morso ad una barra di ferro e fuggono velocissimi in ripartenze furenti, spesso anticipate da attimi di sospensione che preludono alla violenza successiva. Al bando le mezze misure evidenti o le trattative con il nemico, l’intenzione è ferire ed offendere prima di tutto. Per questo primeggiano ritmi alti, sfuriate costanti del batterista Natael e scream tirato di Neievrut, leggermente atipico, sporco e personale. Il resto lo fanno la rabbia, il feeling, il riffing, che nel caso della title track diventa ritmato, slabbrato ed invadente con il suo fare “thrashoso”. Til Avsky for Livet ha anche un animo pseudo folleggiante in “Et Barn er Dødt i Betlehem“, ed attacca il bersaglio con assalti all’arma bianca quali “Vådeskudd“, “Vårtegn“, “Tilgi Dem Aldri” e “Blendende Lys“, track bellicose che nascondono quasi sempre qualche intuizione capace di impreziosirle.
Inizialmente, Til Avsky for Livet mi aveva stranamente deluso, anzi contrariato, apparentemente inadatto a soddisfare le mie aspettative costruite sulla scorta di Vedderbaug. Per fortuna la pazienza si è mostrata consigliera, mostrandomi una band determinata ed esplosiva come un temporale, ma pronta a lasciare qualche spiraglio come nel caso della strumentale “Svart“, molto meno esasperata oltre che legata ad una melodia indovinata, e “Gjort til Djevel“, con tanto di pertugio atmosferico per farci odorare un pizzico di foresta nordica.
Resto ancora dell’idea che avrei voluto sentire un disco tutto classe cristallina e sangue, mentre i Ljå di oggi sono in grado di dare con costanza soltanto il secondo dei due, diretti sì ma anche ciechi e tendenzialmente unidirezionali. Di contro, non posso negare che sarebbe assurdo bocciare una bella mazzata sul muso come questa, della quale c’è sempre bisogno.
Tracklist:
01. Til Satan
02. Til Avsky for Livet
03. Et Barn er Dødt i Betlehem
04. Vårtegn
05. Tilgi Dem Aldri
06. Vådeskudd
07. Svart
08. Granatsjokk
09. Blendende Lys
10. Gjort til Djevel