Recensione: Time Has Come
Vengono da Roma, i The Ophelia’s Revenge, e a dispetto di un monicker (e di una copertina) che parrebbero rifarsi all’immaginario letterario barocco, propongono un hardcore metallizzato furioso e al passo coi tempi.
Il quartetto composto da Valentina Brancati alla voce, Sara Amante alla chitarra, Deborah Pettine al basso e Leopoldo Russo Ceccotti alla batteria inizia la propria corsa nel 2011, tuttavia ci sono voluti altri due anni e alcuni cambi di line up per poter giungere allo stato attuale e alla registrazione di “The Time Has Come”, debutto discografico della band.
Il sound dei romani è, come anticipato, duro e crudo: la voce della Brancati, equamente divisa tra scream e clean vocals, è assolutamente aderente ai dettami tipici dell’hardcore, mentre il basso e la chitarra – coadiuvati dalla diligente batteria di Ceccotti – forniscono un solidissima base strumentale a base di riff potenti ed ossessivi e ritmiche trascinanti.
Tra le sette canzoni proposte, pur piuttosto omogenee per quanto riguarda gli “ingredienti” e la loro miscela, vale la pena citare le ottime “Second Chance”, “I Am The Ocean” (dal guitar work davvero rimarchevole) e “Nebraska Sunset”: le più riuscite dal punto di vista delle costruzioni melodiche e le più dotate in quanto a tiro. Ugualmente corretto, d’altro canto, rimarcare la sostanziale assenza di filler nonché la grande quantità di watt dispensati sia nei passaggi più tipicamente hardcore (“Rise Me Up”), sia laddove i The Ophelia’s Revenge provano ad osare qualcosa di più (“The Revenge” e Shooting Star”).
Un buon lavoro insomma, non particolarmente innovativo dal punto di vista dei contenuti eppure in grado di dare qualche soddisfazione agli amanti di questo genere di sonorità.