Recensione: Time Will Tell
Eccoci dunque a parlare della seconda release ufficiale dei Fifth Angel band statunitense ( nativi di Seattle, per la precisione ), guidata dal carismatico quanto virtuoso vocalist Ted Pilot e dall’ altrettanto impegnato chitarrista Ed Archer.
A malincuore mi duole constatare come, a molti, il nome Fifth Angel potrà non significare nulla.
Questo, a mio avviso, è un vero peccato, perché già a partire dal loro primo lavoro, rilasciato omonimo al monicker della band, i ragazzi di Washington D.C. avevano dato prova di saperci davvero fare.
Com’è strano il destino a volte, ti può far salire alle luci della ribalta per un motivo apparentemente insignificante, per un cavillo, oppure addirittura per caso. Tutto questo ai Fifth Angel non toccò mai: il combo d’oltreoceano rimase nell’ ombra per tutta la carriera, non vedendo premiate come forse avrebbero dovuto, le reali produzioni che la band ha saputo plasmare.
Questo non sminuisce in alcun modo però il valore della musica dei Fifth Angel che, come abbiamo ripetuto poco fa, fu di elevata qualità già a partire dal bellissimo debutto, e ripetutasi con il seguente: “Time Will Tell”.
Ho letto e ascoltato molte opinioni su questo album e, stranamente, ho riscontrato pareri molto discordanti. C’è chi lo pontifica e lo definisce addirittura migliore del primo disco dei guys di Ted Pilot e c’è poi chi lo massacra ( curiosamente, ma non troppo, nella stragrande maggioranza dei casi, questo l’ho potuto riscontrare nella critica statunitense stessa ) e lo definisce addirittura mediocre.
C’è da dire però, che all’ epoca, il disco fu contestato in maniera forse troppo agguerrita, quasi “col coltello fra i denti”, se mi passate il termine. Pilot e i suoi non ebbero i mezzi per reggere l’urto di questa bordata di critiche e finirono col rimanere schiacciati da tutto ciò, decidendo di sciogliere infine la band, lasciandosi anche piuttosto male.
Sentiremo in seguito parlare solo di due dei componenti della storica line up dei Fifth Angel, ( quelli che, peraltro, prenderanno parte anche allo stesso “Time Will Tell” ), ovvero Ken Mary, che ritroveremo a picchiare sulle pelli di Alice Cooper e House Of Lords, e del succitato Ed Archer, che suonerà anche con gli UFO a cavallo fra gli anni 80 e 90. Degli altri si è persa, ahinoi, ogni traccia.
Ted Pilot – Vocals
Ed Archer – Guitars
Kendall Bechtel – Guitars
John Macko – Bass
Ken K. Mary – Drums
Passiamo ora all’ analisi del platter di “Time Will Tell”, iniziando col dire che il disco ha visto la luce nel 1989 su etichetta CBS – Epic e consta di ben 11, rocciosi pezzi.
Il disco si apre in pompa magna grazie alla bellissima “Cathedral”, speed song dai sapori molto Power, genere quest’ultimo, che all’ epoca dell’ uscita di questo disco era molto di moda negli States.
Andando avanti con la riproduzione del disco, ci troviamo ad avere a che fare con “Midnight Love”, la prima delle grandi hits di questo disco, un pezzo pregno di rovente metallo pesante, con le chitarre del duo Archer-Bechtel che disegnano riffs melodici ed allo stesso tempo potenti.
Per avere a che fare con la seconda hit della tracklist non bisogna attendere molto, perché la traccia seguente è la tremenda “Seven Hours”, pezzo in cui le doti dello sconosciuto quanto bravo Ted Pilot rendono onore al grandissimo drumming di Ken Mary. La voce di Ted è qui splendida: espressività ai massimi termini e interpretazione magistrale, una delle migliori clean voices acute che abbia mai avuto il piacere di ascoltare.
Molto belle anche “Broken Dreams”: un’ ibrido fra un mid tempo e una ballad, e la title track: brano che ricalca la falsariga che caratterizza tutto l’album. Ottima anche “Lights Out” ma, ovviamente, si tratta di una cover dello storico pezzo degli UFO. Niente da dire in merito: decisamente ben fatta, specie nella cura delle vocals che mi sono piaciute veramente molto.
Per trovare ancora qualcosa di interessante nella trackilist dobbiamo però tuffarci al pezzo numero 10: “So Long”. Altro tangibile e inequivocabile segno della grandezza di Ted Pilot, veramente magiche le melodie di questo dolcissimo quanto aggressivo pezzo: dolce e profumata rosa dentro, irto di spine e spigoloso fuori. La voce di Ted accompagna dolcemente la song con una cadenza devastante in ogni sua nota, facendosi che il brano si faccia amare fin dal primo ascolto.
La terza e ultima hit di questo disco, è anche la closer track dello stesso, “Feel The Heat”. Siamo dinnanzi, a mio avviso, in ogni caso al pezzo migliore dell’ album e probabilmente, anche al migliore brano che sia mai stato prodotto dai Fifth Angel. Mi rendo conto che potrà sembrare un azzardo, ma la carica che questo pezzo sa infondere all’ ascoltatore, supera di gran lunga quella di molte delle altre canzoni dei ragazzi statunitensi. Ritornello bellissimo, riff in pieno Heavy/Speed: se non siamo davanti alla perfezione, poco ci manca.
In ogni caso questo “Time Will Tell” è un disco, nel complesso, più che buono: gli standard di “Fifth Angel” vengono sfiorati appena, ma io direi che ci possiamo anche accontentare, visto e considerato quello che ne è uscito fuori: in altre parole un disco che conferma come questa band meritasse ben altra fine, e lo dico veramente col cuore, perché ci siamo persi almeno altri 10 anni di potenziale grande musica. Meglio che niente in ogni caso, visto che sono riusciti a regalarci questi due splendidi dischi, prima di dileguarsi nel nulla assoluto.
Daniele “The Dark Alcatraz” Cecchini
TRACKLIST
1. Cathedral
2. Midnight Love
3. Seven Hours
4. Broken Dreams
5. Time Will Tell
6. Lights Out
7. Wait For Me
8. Angel Of Mercy
9. We Rule
10. So Long
11. Feel The Heat