Recensione: Timeless Crime
Sebbene non sia un grande esperto in campo power, tengo a pubblicare la
recensione di un mini tutto italiano poichè penso meriti molto. I Labyrinth
aggiungono al grande successo di “Return To Heaven Denied”, una ventina di
minuti del tutto apprezzabili: grazie a Dio, i toni strumentali più epici
risultano smorzati al massimo, anche se nelle lyrics rimangono i famosi kings
cui tanto si fa riferimento in questi casi. Per lo meno non troviamo valli
incantate e spade magiche: questo contribuisce a creare ambientazioni meno buffe
e forse più reali, personali e introspettive, grazie anche ad una musica più
matura e seria (rispetto ai colleghi Raphsody ad esempio).
Le melodie sfruttano, come per tradizione in questo genere, ritornelli ben
definiti e probabilmente stancanti con l’andare del tempo. Ma nonostante la
consueta struttura, i pezzi risultano piacevoli e non troppo scontati, questo è
l’importante. Questo mini apre il sipario con Save Me. Una traccia indubbiamente molto
carina che non potrete fare a meno di canticchiare dopo l’ascolto, così come
avverrà per In The Shade. Soprattutto in questi pezzi potrete notare le
non indifferenti capacità artistiche e strumentali di chitarristi come Olaf
Thorsen, insieme al batterista Mat Stancioin.
Alla fine dei quattro pezzi avrete una piccola sorpresa, ma sarà meglio per me
non rovinarla. Prima ancora invece, non potrete non ascoltare le magiche note di
una delle canzoni più belle scritte dai Labyrinth, questa volta in versione
acustica, ovvero Falling Rain. Buon divertimento.
Track List:
1. Save Me
2. Out Of Memory
3. In The Shade
4. Falling Rain (acoustic version)