Recensione: Timor Mortis
Warmblood: un’altra chicca targata Punishment 18 Records che dimostra una volta di più l’eccellente livello qualitativo raggiunto dalle nostre band che si cimentano nell’arduo compito di dare alle stampe un album di death metal.
Raggiungere il livello di “Timor Mortis”, secondo full-lenght del trio italiano è un compito arduo per una serie di caratteristiche che la coraggiosa, ipotetica ed emulante band “X” dovrebbe possedere.
In primis, il necessario background culturale senza il quale si rischia di scrivere canzoni piatte e ripetitive, sì derivative da generare solo e soltanto noia.
Poi, una spiccata predisposizione naturale per suonare qualsiasi strumento musicale, e una conseguente preparazione tecnica così da impugnare gli stessi al top; condizione necessaria ma non sufficiente – purtroppo – per tentare di stipulare un contratto con una buona etichetta discografica.
Inoltre, formare un sound che – e qui è nascosta l’insidia maggiore – si possa distinguere, in qualche modo, dalle migliaia di proposte analoghe che infestano il globo terracqueo.
La costruzione di un suono adeguato alle esigenti richieste del mercato internazionale, caratteristica ultima ma non ultima, è sì di maggiore competenza dei tecnici fonici, del produttore e di coloro i quali partecipano, con altri ruoli, al processo produttivo del platter; ma dipende sempre dalle idee che frullano in testa ai vari musicisti del famigerato gruppo “X”.
Questa serie di peculiarità, come si può facilmente intuire, fa bella mostra di sé nella bacheca del combo di Lodi. Il guitarwork di Giancarlo Capra e di Davide Mazzoletti pesca a piene mani da un rifferama stampato col thrash (“The Ghoulish Doctor”, dal break centrale disegnato dai guitar-solo che profuma molto di Megadeth; o “Revenge From A Comatose State”, che rimanda a certi sentori sparsi per il Mondo dagli Slayer), dimostrando per ciò una cultura natia sia heavy sia thrash anni ’80. Il drumming di Elena Carnevali, rapido, fresco e preciso, ma non per questo poco potente, evita di addentrarsi nell’inestricabile giungla intrecciata dalle infinite (spesso tediose) sequenze di blast-beats; rimanendo entro gli ambiti dell’ortodossia del genere. Tutto quanto, contribuisce a mettere insieme un sound tecnicamente corretto, moderno – cioè non old school – che, però, si può inquadrare in uno degli ultimi, rari esempi di «death puro». Non ci sono contaminazioni aliene, né divagazioni verso altre manifestazioni tipologiche (brutal, technical, old school, melodic, swedish, cyber, ecc.). Un po’ sopra le righe il growling o meglio l’informe rigurgito emesso dall’apparato vocale di Giancarlo Capra, comprensibile solo con il booklet di fonte agli occhi (“Underwater Zombie”). Tutto sommato tale circostanza, da rimandare per i dettagli ai gusti personali degli ascoltatori, incattivisce, di fatto, il groove del trio lombardo che, forse, sarebbe stato un po’ troppo leggero e non abbastanza aggressivo.
Le canzoni, totalmente ispirate ai film di Lucio Fulci, formano un buon complesso. Ben definite ciascuna per la propria fisionoma (“Among The Living Dead”), messe in fila indiana si comportano da buone scolarette; evitando cioè di uscire dalle coordinate stilistiche decise da Capra e compagni. I rallentamenti e le accelerazioni non si contano, così come i riff elaborati dall’eccellente coppia d’ascia, intrappolati in una produzione ottimale.
Paradossalmente, “Timor Mortis” è un disco tranquillo, lineare, pulito. Ideale per iniziare i neofiti alla nobile arte del metal estremo o per regalare agli esperti quaranta minuti di semi-riposo per tirare un po’ il fiato, travolti dalle (troppe) proposte che ramificano in modo sempre più consistente il tronco originario del death di Chuck Schuldiner.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. Intro 1:09
2. The Ghoulish Doctor 4:33
3. Living Dead Superstition 3:23
4. Sacred, Puritan Scenario 3:17
5. Sea Of Darkness 4:07
6. Lost In The Beyond 5:28
7. Revenge From A Comatose State 5:01
8. Timor Mortis 2:58
9. Underwater Zombie 3:48
10. Among The Living Dead 5:40
Line-up:
Giancarlo Capra – Guitars, Vocals
Davide Mazzoletti – Guitars
Elena Carnevali – Drums