Recensione: Tin Soldiers
Arriva sugli scaffali dei negozi, dopo numerosi rinvii, il tanto atteso secondo album della power metal band modenese Trick Or Treat dal titolo Tin Soldiers, con il quale i nostri vogliono non solo confermare l’ottimo debutto, ma innalzare il loro standard qualitativo e accrescere in termini di personalità la loro proposta musicale.
Obbiettivo centrato in pieno! Tin Soldiers infatti ci mostra una band decisamente più matura, capace non solo di proporre un power metal che richiama i gloriosi anni ’80, ma che sa rendersi fresco ed avvincente senza troppi fronzoli o azzardate innovazioni. Aumenta la personalità del loro sound grazie ad inserimenti di chitarre e riff più rocciosi e aggressivi che si intrecciano in modo naturale alle melodie happy tanto care ai nostri; inoltre brani tiratissimi sono alternati ad altri dove viene risaltata la loro anima happy/hard rock. Ciò che risalta maggiormente quindi è come, nonostante si spazi anche come genere, il loro spirito happy è una costante di tutto l’album, e questo in alcuni casi crea un dualismo davvero interessante. Caratteristica questa che la si può ritrovare anche nella bellissima cover curata da Alessandro Conti, dove i teneri e giocosi soldatini sono rappresentati in un’ottica oscura, con tanto di joker infernale alle spalle.
Strumentalmente i Trick Or Treat non hanno nulla da invidiare ai loro colleghi più blasonati: la voce di Alessandro Conti ha un’estensione paurosa, ma anche nelle note alte ha un controllo invidiabile; inoltre non sfigura affatto nei duetti con due mostri come Michele Luppi e Michael Kiske. Le chitarre di Guido Benedetti e Luca Cabri compiono un lavoro immenso, sia nella varietà dei riff che nella bellezza degli assoli. Leone al basso, per chi lo ha visto dal vivo, non ha bisogno di presentazioni. Mi ha particolarmente impressionato il lavoro alla batteria di Mirko Virdis: potente, veloce, preciso, una grande prova senza dubbio!
Un tenero bambino dice alla mamma che sono arrivati i nuovi Tin Soldiers! Così parte l’album, che subito ci lascia di sasso con Paper Dragon, di fronte alla quale si rimane spiazzati dalle tonalità elevate che Alessandro usa; oltre a questo si sentono subito gli elementi caratteristici descritti precedentemente e si capisce la crescita del songwriting della band: la partenza ci fionda all’interno di un anime giapponese, il ritornello è spensierato, ma ecco che i nostri ci sparano un bridge prima degli assoli oscuro ed aggressivo. I ragazzi di Modena puntano molto su questo lavoro e lo si può notare anche dalle illustri collaborazioni, a partire da quella impeccabile di Michele Luppi in Take Your Chance, un brano dalle forti tinte hard rock, perfetto per i live, caratterizzato da un chorus trascinante, da stadio, che non lascia prigionieri.
L’amore per il power metal veloce e tirato però non viene a mancare e così la dirompente Freedom ci mostra come brani veloci e vincenti i Trick li sanno scrivere decisamente bene (non per niente è stato uno dei primi brani del nuovo album ad essere proposto dal vivo, con ottimi riscontri). Si rallentano di nuovo i ritmi con la rockeggiante Hello Moon, dove la melodia fa da padrona in un brano impreziosito dalla presenza dell’ugola sempre d’oro di Michael Kiske.
Dopo la canonica Elevator In The Sky, arriva un’altra perla di questo album, ovvero la “super zuccherosa” Loser Song: spensierata, divertente, veloce, insomma 100% Trick Or Treat, con il solito Alessandro Conti che sfodera un’altra grandissima performance.
Impossibile non rimanere affascinati dalla dolcezza di Tears Against Your Smile, dove Conti e Kiske sfoderano una interpretazione da pelle d’oca; il brano poi viene impreziosito dalla presenza di violini in sottofondo e da un coinvolgente assolo di Guido al quale segue un altro non da meno di Luca. Un brano che nella sua semplicità e dolcezza riesce a conquistare sin da subito, non c’è altro da aggiungere.
Si torna a pestare duro con Final Destination, con la batteria e riff granitici a dettar legge: trascinante lo stop and go precedente il chorus, altro brano che farà la gioia di tutti gli amanti del power metal più classico e veloce, grazie anche a melodie di facile presa.
Dopo la strumentale e divertente Tin Soldiers Pt. 1, si conclude l’album con Tin Soldiers Pt. 2, l’unico brano leggermente inferiore rispetto alle precedenti tracce, anche se è di sicuro il più sperimentale.
Sono rimasto davvero soddisfatto della prova dei Trick Or Treat: Tin Soldiers non è una semplice conferma, ma un deciso passo in avanti verso un futuro sempre più roseo per questi ragazzi (sono sicuro che il loro capolavoro sia ormai dietro l’angolo). Credo sia lampante come dietro la loro musica, vi sia una passione smisurata per quello che si sta suonando, e la voglia di divertirsi e far divertire, e questo lo ritengo un valore aggiunto di questo album nonchè uno dei suoi punti di forza. Se a questo aggiungiamo brani di qualità elevata (alcuni davvero eccellenti che potranno rimanere dei classici per la band per molti anni), allora mi sento di consigliare senza riserva quest’album a chiunque segua il power, e non solo.
Una band di sicuro valore, di grande talento, e per giunta italiani.
Bentornati!
Roberto “Van Helsing” Gallerani
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Tracklist:
1. A Night In The Toyshop
2. Paper Dragon
3. Take Your Chance (guest voice by: Michele Luppi)
4. Freedom
5. Hello Moon (lead vocals by: Michael Kiske)
6. Elevator To The Sky
7. Loser Song
8. Tears Against Your Smile (guest voice by: Michael Kiske)
9. Final Destination
10. Tin Soldiers Pt. 1
11. Tin Soldiers Pt. 2