Recensione: To Die Before Dying
Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo solo aspettarci cose buone dai
Compulsion, band romana formatasi nel 2001, che dopo le consuete vicissitudini
di line-up, debutta con il primo demo, To Die Before Dying.
Un bel dischetto che, seppur nella sua brevità, ci presenta un gruppo che
conosce bene la materia prima su cui sviluppare il proprio sound, il death metal e le sue sfumature, miscelando
intelligentemente le tre principali branche di questo genere: la matrice più
violenta di scuola americana, la frangia più tecnica e cervellotica e quel tocco
di melodia che rende più fluido il tutto. Quattro tracce in cui i nostri si
destreggiano bene in un campo in cui è molto difficile districarsi, dando
sfoggio di una padronanza tecnica molto buona, riuscendo a inserire in ogni
brano presente in scaletta un numero importante di riff e cambi di regime sempre
precisi ed egregiamente collocati all’interno delle canzoni, senza però eccedere
in virtuosismi e in soluzioni eccessivamente complicate.
Un lavoro coinvolgente, che rimane impresso sin dai primi passaggi nel
lettore, dall’opener Don’t Live…Produce, la più diretta e concisa del lotto,
passando per Nonexistence Point, sino alla conclusiva No way Out non c’è un
momento in cui il lavoro perde d’intensità, snocciolando passaggi sempre
fantasiosi e convincenti. Tutto questo supportato non solo dalle buonissime
capacità tecniche dei nostri, ma anche da una produzione decisamente sopra la
media rispetto ai demo ascoltati fino ad ora.
Un esordio positivo per i Compulsion che spero possano riconfermarsi e
migliorare ulteriormente in futuro.
Stefano Risso
Tracklist:
- Don’t Live…Produce (mp3)
- Nonexistence Point
- Inner Fog
- No Way Out