Recensione: To Live Is To Suffer (reissue 2023)
‘To Live Is To Suffer’ è il primo album delle Serbe Jenner, pubblicato per la prima volta nel 2017 tramite Infernö Records e ristampato da febbraio 2023 da Fighter Records come apripista per il secondo e nuovo album, previsto entro quest’anno.
Quello che esplode dai solchi di ‘To Live Is To Suffer’ è un rabbioso Heavy Metal, oppure uno Speed/Thrash con dentro molta melodia, dipende da quale parte del versante lo si ascolta.
La buona produzione mette in luce una band che sa il fatto suo, parecchio grintosa e con buone capacità tecniche, che predilige colpire tessendo un lavoro di fino invece di sfracellare crani tirando mazzate a tutto braccio.
Il lavoro ritmico è denso e tagliente e gli intrecci tra riff e melodia sono ben combinati e bilanciati, con un lavoro chirurgico senza essere troppo raffinato, riferimenti ai Judas Priest ed al Thrash più tecnico della Bay Area.
E’ determinante la voce pulita e robusta di Anđelina Mitić, irascibile e affascinante allo steso tempo, non troppo estesa (quando sale molto di tono si percepisce un po’ di fatica) ma con una gamma di inflessioni sufficiente per interpretare correttamente le storie raccontate dai pezzi.
Altro punto cardine è la chitarrista Aleksandra Stamenković, artista molto creativa, soprattutto in sede solista.
Le Jenner prediligono la velocità, esprimendo un tiro dinamico e carico di quell’energia che, quando esplode, illumina di una gran luce bianca, senza però mutare in qualcosa di troppo estremo e incontrollabile (a parte un brevissimo accenno di growl in ‘Hear the Thunder Road ‘, che va bene, ma che fa dire: meglio non ce ne siano altri); non c’è un pezzo cadenzato neanche a pagarlo, figuriamoci lento … le ballads alla Scorpions (contro le quali non ho nulla, giusto per fare un paragone con chi ne ha composte a tonnellate) non sono proprio tra le corde di queste ragazze.
Brani come la determinata ‘Factory of Death’, la velocissima ‘Demon’s Call’, l’epica ‘The Health Is Coming Again’ (la forza di Rob Halford è potente in Anđelina) e la devastante ‘On the Judgement Day’ danno una buona carica e dimostrano che questa band può avere davanti un buon futuro.
D’altro canto, per quanto nel disco ci sia parecchia dinamica, il fatto che il tiro sia grosso modo sempre quello, con variazioni che ci sono ma non sostanziali e che il sound sia un po’ tanto quadrato, fa si che si perda un po’ la percezione del suo scorrimento, con una consequenziale diminuzione dell’attenzione dopo la metà.
Poco male, ‘To Live Is To Suffer’ è un debutto e qualche sbavatura ci sta.
Bisogna però dire una cosa: nel frattempo la band è profondamente mutata, con solo Aleksandra Stamenković (che ora si occupa anche di cantare) dell’originario quartetto, peraltro diventato un trio. Per cui il nuovo album sarà tutto da vedere, anzi … da ascoltare. Aspettiamo.
