Recensione: To The Grave
Quinto sigillo su full length per i nordeuropei Iron Fire, che dall’album Thunderstorm del 2000 in poi hanno cambiato più line-up che fidanzati la Manuela Arcuri nazionale. Unica bandiera e non banderuola il singer, fedelissimo, presente sin dal 1995, anno di costituzione del gruppo.
The Beast From The Blackness: intro tracotante di default e poi attacco di metallone Power con tastiere in sottofondo, la voce di Martin Steene, il vero trademark degli Iron Fire, detta legge come di consueto e il resto lo fa il bridge, prevedibile ma che spacca quanto basta, che è poi quello che conta. Come inizio all’arma bianca non c’è assolutamente male, il viaggio di To The Grave continua con un anthem fin dal titolo: Kill For Metal rispolvera la lezione dei Grandi Signori dell’HM per quanto attiene l’impianto portante mentre si fissa in mente per il dolce e azzeccato refrain che non lascia scampo, anche se scolastico. La title track si muove fra asce di matrice Deutschland e bridge Power mentre atmosfere liquide aprono The Battlefield, traccia che si pianta in testa come l’Excalibur nella nera roccia grazie a un chorus felicissimo.
Mazzate di maglio accompagnano l’Eighteen And Life degli Iron Fire – Skid Row docet -, dal titolo Cover The Sun così come March Of The Immortals colpisce per la capacità di essere catchy senza per forza dover calare le braghe. Con The Kingdom i danesi rispolverano l’amore per il Power più classico, l’epica viene scomodata all’interno di Frozen In Time con alterni risultati mentre un titolo impegnativo come Hail To Odin risponde sufficientemente alle aspettative: arpeggio centrale pregevole, buon lavoro delle chitarre e refrain da manuale, il tutto condito da una dose minimale di growls. Chitarroni inquietanti lanciano Doom Riders, altra song-tipo degli Iron Fire, seguita dalle banali e francamente inutili Ghost Of Vengeance e The Demon Master, con quest’ultima davvero troppo ripetitiva, che chiude il disco.
To The Grave si lascia ascoltare volentieri, è ben prodotto e premia la costanza di quattro onesti metallari come gli Iron Fire dell’immarcescibile Martin Steene che, se anche non diverranno mai headliner al Bang Your Head Festival non mollano e ci propinano un Heavy’n’Power sufficientemente credibile anche se spesso canonico, senza comunque mai esagerare con le tastiere e pestando duro quanto basta. Al prossimo stravolgimento di line-up, allora!
Stefano “Steven Rich” Ricetti
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Tracklist:
1. The Beast From The Blackness
2. Kill For Metal
3. To The Grave
4. The Battlefield
5. Cover The Sun
6. March Of The Immortals
7. The Kingdom
8. Frozen In Time
9. Hail To Odin
10. Doom Riders
11. Ghost Of Vengeance
12. The Demon Master
Line-up:
Martin Steene – Vocals
Kirk Backarach
Martin Lund – Bass
Fritz Wagner – Drums