Recensione: Too Hot To Sleep
Chicago, Stati Uniti d’America, estate del 1988.
Il sole batte forte durante tutto l’arco della giornata, rendendo il clima afoso e secco, così, durante la notte, è davvero troppo caldo per dormire.
Fare le ore piccole diventa un’abitudine, una dolce consuetudine, durante la quale, tra una birra fresca e l’altra, l’ispirazione e l’intuizione creativa possono prendere il sopravvento. A quanto pare, i nostri Jim Peterik, Frankie Sullivan e Jimi Jamison, sembrano aver dormito veramente poco nel corso di quell’estate, permettendo in questo modo di lasciarsi coinvolgere e trascinare dalla loro musa ispiratrice, la quale, sussurrando delicatamente all’orecchio, ha suggerito il giusto percorso da seguire, guidando la mano dei tre musicisti nella creazione di qualcosa di magico.
E’ così che viene alla luce uno dei più grandi dischi di AOR degli anni ’80 : ‘Too Hot To Sleep’.
Ebbene si, dopo il capolavoro chiamato ‘Vital Signs’ (1984) e l’altrettanto meraviglioso ‘When Seconds Count’ (1986), il cerchio si chiude con questo lavoro di rara bellezza che, al tempo, venne forse un po’ troppo (ed ingiustamente) sottovalutato.
Semplice dimostrazione è il fatto che ogni canzone presente nella tracklist potrebbe tranquillamente essere considerata una hit da classifica, a cominciare dagli episodi più elettrizzanti. ‘She’s A Star’ e il suo hard rock molto corposo (quasi atipico per il quintetto americano), ‘Rhythm Of The City’, la “corale” ‘Here Comes Desire’, l’emozionante ‘Tell Me I’m The One’, l’energica ‘Can’t Give It Up’ e la titletrack, si dimostrano senza dubbio all’altezza delle perle proposte nei due album precedenti, offrendo un rock melodico raffinato – del resto come in tutti i lavori dove appare il nome di Peterik – e d’indubbia eleganza, al cospetto del quale l’ascoltatore altro non può fare che rimanere estasiato.
Da sottolineare, come sempre, la stratosferica prova di Jimi Jamison dietro al microfono, un cantante a dir poco incredibile, la quale voce riesce a donare quel qualcosa in più ai pezzi, in termini di emotività, passionalità e grinta.
Non da meno il geniale polistrumentista Jim Peterik – qui sia alla chitarra che alla tastiera – in grado di porre nuovamente il proprio nome (ed ingegno) in tutti i testi, seguito fedelmente dalla sei corde dell’altrettanto puntuale Frankie Sullivan.
Il trio delle meraviglie, riesce a tirare fuori il meglio di se, in modo particolare nelle ballad e negli episodi dal forte contenuto sentimentale. Le romantiche emozioni evocate da ‘Desperate Dreams’, le atmosfere sognanti di ‘Across The Miles’, il ritmo coinvolgente di ‘Burning Bridges’, permettono al disco di aumentare l’intensità della sua già forte luce, grazie anche alla grande scorrevolezza dei ritornelli proposti.
Menzione particolare merita, a mio avviso, la straordinaria ‘Didn’t Know It Was Love’, un episodio che riesce con successo nel difficile compito di unire le melodie struggenti create dalle chitarre, alle sensazioni malinconiche delle tastiere, il tutto impreziosito dalla esuberante prova di Jamison, che arriva direttamente al cuore dell’ascoltatore, confezionando, senza esagerare, una delle canzoni AOR più emozionati dell’intera decade.
Nella storia di questo genere, poche band hanno saputo confezionare una vera e propria “trilogia” di masterpiece. Solo i più grandi riescono nell’impresa di superare se stessi ogni volta, pubblicando lavori all’altezza o addirittura superiori a quelli del passato.
Ebbene, i Survivor riescono nell’impossibile, marchiando a fuoco il loro logo nelle sacre pagine dell’AOR, accanto a quello di Journey e Toto, grazie al trio ‘Vital Signs’ – ‘When Seconds Count’ – ‘Too Hot To Sleep’. Un trio eguagliabile solo da pochi altri, nonché un esempio da seguire per tutti i gruppi della scena.
Il tassello finale del puzzle. Irrinunciabile !
Tracklist:
01. She’s A Star
02. Desperate Dreams
03. Too Hot To Sleep
04. Didn’t Know It Was Love
05. Rhythm Of The City
06. Here Comes Desire
07. Across The Miles
08. Tell Me I’m The One
09. Can’t Give It Up
10. Burning Bridges
Line Up:
Jimi Jamison – Voce
Frankie Sullivan – Chitarra
Jim Peterik – Chitarra / Tastiere
Bill Syniar – Basso
Mickey Curry – Batteria