Recensione: Towards Idiocracy
‘Towards Idiocracy’ è il terzo e nuovo album degli spagnoli Holycide, disponibile dal 6 giugno 2024 tramite Xtreem Music.
Dal Full-Length precedente, ‘Fist To Face’ del 2020, la band ha subito un consistente rimaneggiamento, già evidente nell’EP intermedio ‘Bazzokiller’, che ha pubblicato nel 2023.
In pratica, negli ultimi quattro anni, i musicisti sono stati sostituiti per r 3/5, con solo Dave Rotten (Voce) e Salva Esteban (chitarra) della formazione originale.
Quella che non è cambiata è la loro indole. Gli Holycide hanno una visione del mondo nerissima (e verissima): conflitti ovunque, tonnellate di rifiuti che non si riescono a smaltire, inquinamento sempre in aumento lo stanno portando alla rovina come, soprattutto, la vanità degli uomini, che stanno per inciampare sulla propria tomba perché camminano persi nel mondo digitale del proprio telefonino, con lo schermo che fa da paraocchi, che gli fa credere di essere importanti all’interno di una realtà colorata ma fasulla.
L’umanità sta andando “verso l’idiocrazia” … il potere agli idioti, senza tanti giri di parole (se volete avere un’idea di quello che potrebbe essere il fenomeno, guardate ‘Idiocracy’, film distopico del 2006, molto crudo nella sua comicità).
Questo li fa incazzare e la loro rabbia viene convogliata all’interno di un Thrash Metal furibondo e senza limiti di sorta.
Perfettamente inseriti all’interno della estremamente feroce scena del “battere e percuotere” iberica, gli Holycide non hanno e non danno pace: ‘Towards Idiocracy’ è un continuo rovesciare addosso cascate di note roventi e affilate, un pestare senza esclusioni di colpi, modello principale il Thrash dei Destruction giusto per dare l’idea.
Questo nel bene e nel male. Da una parte c’è un lavoro di chitarra preciso e ficcante, intenso, letale quanto le punture di uno sciame di calabroni infuriati, sia come ritmica che come parte solista, dall’altra una voce ruvida e teatrale ma quasi sempre posta sulla stessa onda ed una scrittura con pochi discostamenti.
L’iper velocità e la collera dominano il disco, la band non fa pausa neanche per il pranzo. Si passa da brani coinvolgenti come la terremotante ‘Power Corrupts’, che ricorda gli Accept sparati a 78 giri, o l’infernale ‘Chemical Dependency’, cover di uno dei primi brani degli statunitensi Atrophy (presente sul primo Demo del 1987 e su ‘Socialized Hate’ Full-Length d’esordio del 1988) ad altri confusionari ed al limite dell’ascoltabile, come la title-Track o ‘Pleased To Be Deceived’. Nel mezzo tanta ferocia, una bastonata dietro l’altra, un po’ sempre alla stessa maniera però, senza intervalli o momenti di respiro, nel complesso non male ma parecchio metodico, per cui con un po’ di dispersione. L’eccezione arriva all’ultimo, con l’infernale ‘Flamethrower ‘Em All’, lievemente più pacata (si passa da 180 a 170 Km/h) e melodica, un pezzo che distende un minimo e che dimostra che gli Holycide sanno fare anche dell’altro. Peccato che è un caso isolato.
Tirando le somme, ‘Towards Idiocracy’ non è un brutto album, con qualche alto e basso ma molto velenoso nel suo complesso, prodotto da una band che resta genuina e non scende a compromessi. Per il prossimo passo, però, se si vuole avanzare, ci vuole più varietà.
‘Towards Idiocracy’ è stato mixato e masterizzato da Javier Fernández Milla (Angelus Apatrida, Avulsed, ecc.) e Davide Billia (Posthuman Abomination, Deheaded, ecc.), mentre la copertina è opera dall’artista ucraino Daemorph (The Black Dahlia Murder, Stabbing, ecc.).