Recensione: Towards the Mountains
Herc è un musicista dal passato power metal che decide di sviscerare la propria enfasi per Tolkien attraverso un personale progetto musicale. Abbandonato il filone di appartenenza, decide che per esprimere meglio ciò che sente, ha bisogno di spostare i propri suoni su atmosfere diverse, così da regalarci un sound interamente acustico e di chiara matrice folk. Baluginano di tanto in tanto fiamme di black metal, a livello di voce e di ambientazioni, chiari collegamenti al pagan ed alla sua essenza più rocciosa.
In più punti gli intendimenti dell’artista ci rammentano i Bathory più recenti, unitamente ad una robustezza e solennità che racconta di una passione per l’heavy più classico. Full-lenght trasognato, che nello specifico ci racconta de “Lo Hobbit”, in grado indubbiamente di emozionare l’ascoltatore e di riportarci idealmente nel fantastico mondo di Tolkien.
“Towards the Mountains” ci racconta di momenti di serena convivialità, di cupi presagi che si manifestano di fronte a noi, fantasmi di creature ormai consumate dal potere e dal male. Elfici e puri fraseggi strumentali ci ridonano la speranza, perfezione che non dimentica l’importanza del quotidiano gesto, grazie all’immagine della semplicità e incorruttibilità di uno hobbit.
Così sogniamo volteggiare le note di questo doppio album, che mostra un quantitativo consistente di sfumature e di fraseggi inaspettati. L’impasto di voci creato dal polistrumentista Herc è certamente l’arma in più del disco, unitamente ad un tocco di sensibilità nell’uso delle chitarre. Ciò che forse potrebbe mancare, è un po’ di impatto a livello di strumenti, il fatto che non vi siano più musicisti si sente a livello di consistenza di suoni, ma è un peccato veniale, per una realtà che chiaramente punta sulle espressioni, più che sul tecnicismo o sulla potenza.
Delicatezza ed eleganza sono i termini che luccicano tra le note di “Towards the Mountains”, unitamente ad un gusto per l’epica ed i crescendo che decorano i pezzi con efficacia.
Complimenti allora ad un artista sincero negli intenti, che tratta argomenti già esplorati da molti, ma che riesce a trasmetterci il proprio entusiasmo con adamantina intensità.
Stefano “Thiess” Santamaria