Recensione: Toxic Apocalypse
I Korrosive nascono a Toronto, alla fine del 2015, dalla voglia del cantante Rad Zarei di voler esplorare i confini estremi del Thrash Metal.
Passati un po’ di anni la band si rinnova quasi totalmente, ed in via definitiva, nell’estate del 2020 con l’ingaggio prima di Kaveh Afshar alla batteria e Carlos Rodriguez al basso e poi di Jack Neila e Derek Solomos alle chitarre.
Il primo album completo, ‘Kaustic Hordes’, esce nel 2021, a cui fanno seguito un live registrato durante un concerto di apertura agli Exciter (‘Live at the Rockpile’) ed uno split di tre pezzi con i grinder Fascicide.
Ora è la volta del secondo Full-Length: ‘Toxic Apocalypse’, disponibile dal 7 ottobre 2022 via CDN Records.
E’ uno di quegli album su cui non c’è molto da dire, se non raccomandarne l’ascolto indossando una tuta ignifuga ed un elmetto a causa dell’aria spessa e rovente che emana e delle sassate che la band scaglia con la fionda.
Quello dei Korrosive è un Thrash Metal nudo e crudo che mescola e agita violentemente gli stili provenienti sia dalla Bay Area, sia dalla Germania, evidenziando le parti più feroci di entrambi, con l’aggiunta di qualche spunto ancora più estremo ricavato dal Grind e dal Death, giusto per non farsi mancare niente.
Il risultato sono otto forti esplosioni, la cui onda d’urto è carica di energia aggressiva ed indomabile.
Come per molte band di questi ultimi anni, non si ascolta nulla di nuovo, però bisogna dire che questi cinque ragazzi hanno personalità da vendere e la dimostrano con la loro marcata voglia di uscire dall’ordinario e di spingersi oltre i confini, senza comunque perdere la loro identità di vera Thrash Band (ne sono un esempio la particolare follia che sprigiona ‘Radioaktive Scourge’, i tre assoli contenuti in ‘Fatal Strike’ o l’uso dei tempi dispari nell’interludio di ‘Libertad y Muerte’).
E poi, quattro canzoni sono veramente belle: ‘Into Nekropolis’, che da fuoco alle polveri, è da manuale, con l’apertura dell’interludio che richiama forse un po’ troppo la sempiterna ‘Raining Blood’, ma va bene così … ‘The Goddamned’, marziale e feroce allo stesso tempo, ‘Hail the Hellfire’ con i suoi cambi di tempo e la spietata ‘Karnage Incarnate’, che dimostra la propensione della band a confrontarsi anche con spartiti lunghi e complessi.
Notevole la produzione ed il confezionamento del lavoro, affidati a professionisti noti del settore: ‘Toxic Apokalypse’ è stato prodotto da Ben Erikson e masterizzato da Arthur Rizk, noto per aver prodotto, mixato e/o masterizzato Power Trip, Cavalera Conspiracy, Kreator, Cro-Mags, Municipal Waste, Soulfly, Sacred Reich tra i tanti, mentre la sua copertina, che riprende le tematiche trattate dai Korrosive (fantascienza, lo scontro tra il bene ed il male, gli scenari “what if”) è stata disegnata da Ed Repka, il creatore di Vic Rattlehead, mascotte dei Megadeth e del feroce logo dei Dark Angel.
Chitarre taglienti, batteria martellante, basso profondo e voce acida ed infuriata: gli elementi ci sono tutti per fare del buon Thrash da incontrollato headbangin ed i Korrosive ci riescono bene, con solo qualche sbavatura qua e là, generata più che altro dal volere andare troppo oltre.
Tutta roba rimediabile con l’incrementarsi dell’esperienza. Attendiamo, per ora: molto bravi!