Recensione: Trailerpark Show
A sentire il furoreggiare costante di slide guitar, banjo, armoniche ed accenti spiccatamente southern, l’istinto immediato sarebbe quello di collocare geograficamente questi gioviali Toxic Heart in un’area qualsiasi compresa all’interno dei gloriosi stati confederati degli USA, scegliendo a caso tra Texas, Alabama, Georgia o Florida.
Nulla di più avventato o fuori strada. Come ormai di consueto – chiamiamolo pure “effetto globalizzazione” – ecco un altro caso di band che nulla ha a che vedere con la radice distintiva del suono che propone ma che, risultando singolarmente credibile nel proprio modo di fare musica, riesce a rispettare in modo brillante le coordinate stilistiche tanto da divenirne parte integrante e del tutto verosimile.
Sudisti confederati non lo sono proprio i Toxic Heart, band slovena di belle speranze che si presenta all’assalto della critica con un gradevole cd – seguito dell’esordio “Ride Your Life” edito nel 2009 – realizzato e prodotto in modo rigorosamente autonomo. La loro miscela di rock melodico di stampo ottantiano, atmosfere southern-country ed improvvise accelerazioni funky, riesce tuttavia a distinguersi per scorrevolezza e facilità d’ascolto, tradendo una passione per atmosfere e scenari musicali senza dubbio lontani, ma non per questo così irraggiungibili ed inafferrabili.
Talento, i quattro brillanti musici parrebbero averne in discrete quantità, così come una gran voglia di divertirsi, facendo trascorrere qualche istante di piacevole spensieratezza agli occasionali ascoltatori che si imbatteranno nella loro proposta.
L’immagine voluta da grezzi e ruvidi “uomini di campagna” (date le foto inserite nel cd, diciamo pure da autentici buzzurri), mal si sposa, in effetti, con la malcelata raffinatezza con cui i Toxic Heart confezionano i propri brani, un estratto tutt’altro che abborracciato e dozzinale di buon country-hard rock sudista dall’approccio talora romantico ma più spesso spedito e saltellante, in cui non mancano caratteristici inserti di trombe e fiati, perfetti nel conferire un insospettabile alone “funkeggiante” ad alcune canzoni.
“Dr. Groove” e “Texas Shine”, in una classificazione un pelo spericolata, potrebbero così essere definite come una sorta di incrocio tra Lynyrd Skynyrd, Pride And Glory, primi Bang Tango e niente di meno che il buon Lenny Kravitz.
Magari non conquisteranno la sommità delle hit parade europee. Forse nemmeno di quelle nazionali. Pur tuttavia la realizzazione dei brani e del “prodotto” in ogni sua componente, lascia intendere molta cura per i particolari, discreto istinto per un’efficace costruzione melodica e buoni valori meramente tecnici, con menzione doverosa per il bravo singer Axl e l’indiavolato chitarrista Mike, un turbine continuo con banjo e steel guitar.
E poi ammettiamolo senza remore: l’ascolto in una bella giornata di sole quasi estivo, di canzoni quali “Trailerpark Show”, “Down South” e “Back Home”, ha il potere di conciliare l’animo, offrendo per qualche istante un po’ di sensazioni positive ed assolutamente benefiche.
Prodotto in modo impeccabile, suonato molto bene ma soprattutto, divertente e ricco di vitalità, questo breve album degli sloveni Toxic Heart è una gradevole sorpresa che potrebbe piacere a molti, compresi i fruitori occasionali di suoni graffianti ma non necessariamente heavy o del tutto hard.
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Tracklist:
01. Trailerpark Show
02. Bad Boy
03. Down South
04. Dr. Groove
05. Back Home
06. Texas Shine
07. Mixed Emotions
Line Up:
Axl – Voce
Mike – Chitarra
Nj Ryder – Basso
GG – Batteria