Recensione: Traitors to Mankind

Di Giorgio Vicentini - 3 Giugno 2006 - 0:00
Traitors to Mankind
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Anno: 2005
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67

Si erano già fatti notare nel 2003 con un bel disco di intransigente black metal ortodosso e fiero, ora, i francesi Temple of Baal tornano sul campo brandendo il loro Traitors to Mankind.

Avendo riscoperto recentemente e con soddisfazione il precedente Servants of the Beast, un minimo di paragone tra i due lavori mi è quasi inevitabile e dal confronto ideale sento uscire vincitore l’esordio, preferibile secondo l’immagine di band tutta d’un pezzo che mi ero fatto del terzetto. Una visione in un certo senso conservatrice e per questo non completamente in sintonia con i dieci brani recenti, che sembrano voler allargare la visuale della proposta transalpina senza mai rinnegare l’origine black metal.

Sia chiaro, Traitors to Mankind è tutt’altro che di rottura, nè tanto meno l’esplorazione di una band fortunatamente divisa tra il tiro del riffing thrash di “Living Fleshthrone“, l’aria fumante di “Traitors To Mankind” e “Crawling In Blood And Puke” e la cattiveria infernale di “Flames Of Baal“, pesante sulle ritmiche rallentate mentre la voce sembra versare liquame nero e fetido.
Non si può però evitare di notare l’approccio del mid tempo vagamente malinconico di “Graveyard Of Disgust“, una delle tracce più melodiche che si insinua tra capitoli transitori come “Visions Of Carnage” o “Death Inquisition“, e la sana volgarità del riffing heavy di “Under The Spell” oltre alla particolarità di “Bleeding Thoughts“, track che decelera lungo il suo cammino tendendo purtroppo a perdersi sul finale (notare l’inflessione vocale del ritornello iniziale con sinistri richiami a John Tardy degli Obituary che grida “solid state”).

Traitors to Mankind non perde alcune peculiarità già sentite in precedenza, come lo scream magmatico, catarroso, guadagna nei suoni di ottima qualità, “grassi” ed adatti a prestarsi ad assoli sempre più presenti, ma tutto questo non lo aiuta a farmi dimenticare del fatto che non è mai riuscito ad appassionarmi fino in fondo.
Stavolta i Temple of Baal non mi hanno convito, suonando un set di brani vagamente disomogenei, solo a tratti bastardi, cattivi e puzzolenti come avrei voluto, quando cioè il loro black metal lascia sadicamente spazio al proprio lato irriverente dagli accenti thrash e venature death metal. 

Bravi sì, ma non bravissimi.

Tracklist:
01. Living Fleshthrone
02. Traitors To Mankind
03. Graveyard Of Disgust
04. Bleeding Thoughts
05. Under The Spell
06. Visions Of Carnage
07. Crawling In Blood And Puke
08. Bitter Days
09. Death Inquisition
10. Flames Of Baal

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