Recensione: Transkarpatia
Dopo un album sperimentale come “Oniriad”, il conseguente cambio di formazione che li ha portati verso nuove sonorità e l’album della svolta intitolato “SemiDevilish”, è con “Transkarpatia” che i polacchi Darzamat tentano il definitivo salto verso la notorietà. La scena black dell’est Europa è sempre stata molto nutrita e i nomi di punta (Nokturnal Mortum su tutti) non mancano, anche se spesso hanno fatto parlare di loro più per i testi e certe attitudini, che per la musica vera e propria.
L’album è aperto da “Sanguinarius”, intro strumentale che strizza apertamente l’occhio ai Cradle of Filth con la sua atmosfera orrorifica e le sue composizioni orchestrali. La sensazione di trovarsi dalle parti della terra d’albione è mantenuta dalla successiva “Vampiric Prose”. Tolta la voce, più vicina a un black di matrice classica, la canzone sembra in tutto e per tutto un parto dei vampiri inglesi di qualche anno fa, quando ancora sfornavano capolavori. In seguito il brano vira su canoni più originali in particolare lasciando moltissimo spazio alla voce femminile che diventa quasi la prima voce, relegando Flauros (fondatore della band) a un ruolo secondario.
Parlare di prima e seconda voce, nel caso di questo disco, è però abbastanza inesatto. A seconda della canzone infatti i due vocalist si scambiano il compito di condurre la melodia e non mancano svariati duetti a riconferma che le due ugole sono state trattate, in sede di songwriting, sullo stesso piano.
Come si diceva inizialmente, una forte influenza alla musica dei Darzamat arriva sicuramente dal regno unito, cosa che è sempre ampiamente evidente nelle intro (ben tre) di sapore sinfonico sparse per l’album. Qualcosa si ritrova anche nella struttura dei brani e nel gusto delle composizioni classiche, ma al di là di qualche vago rimando, in questo caso emerge sempre prepotentemente l’indole del gruppo polacco. Indubbiamente la band non inventa nulla di nuovo in quanto a stile, atmosfera e commistione tra black e musica sinfonica, ma riesce a dare a quanto da loro creato una impronta ben definita, cosa che non si può dire di tante band ancora in cerca di una propria identità. Identità che si enuncia sia attraverso il particolare duetto di “The Burning Times”, così come brani veloci ed aggressivi come “Blackward” o “Labyrinth of Anxiety”, oppure la sinfonicità e la forte atmosfera di cui è impregnata una canzone come “Virus” o della conclusiva “Tribute to…”.
A tutto questo ovviamente non può essere indifferente l’apporto di un produttore come Andy LaRoque, ma credo sia lecito pensare che la sua bravura abbia solo fatto venire fuori quanto di buono questo gruppo aveva già fatto in sede di composizione.
Un aspetto lievemente negativo potrebbe invece essere rappresentato dalla scaletta così elaborata e variegata. Pur non trattandosi di un concept album con una storia unica da raccontare, infatti, abbiamo ben tre intro strumentali (la prima “Sanguinarius”, la quarta “Inhumatus” e la nona “Araneum”) e un brano interamente recitato (la sesta “Letter from Hell”) che spezzettano molto l’ascolto e la fruizione del disco. Il risultato è di mostrare certamente molte sfaccettature della musica dei Darzamat, ma anche di distrarre un po’ l’ascoltatore.
Inoltre tutte le canzoni rimangono sempre al di sotto dei cinque minuti e mezzo. Anche se le doti dei musicisti ci sono e si vedono costantemente lungo tutto questo cd, manca un brano di una certa lunghezza che dimostri apertamente cosa saprebbero fare sulla lunga distanza.
Per concludere si tratta di un disco che, al di là di qualche minima mancanza o scelta artistica non del tutto approvata dal sottoscritto, mostra l’interessante ultimo stadio (per il momento) dell’evoluzione di un gruppo fino a questo momento rimasto un po’ ai margini della scena. I Darzamat sembrano pronti per il salto di qualità e questo “Transkarpatia” è un biglietto da visita di tutto rispetto.
Tracklist:
01 Sanguinarius (intro)
02 Vampiric Prose
03 Hallucinations
04 Inhumatus (intro)
05 The Burning Times
06 Letter from Hell
07 Blackward
08 Recurring Yell
09 Araneum (intro)
10 Labyrinth of Anxiety
11 Virus
12 The Old Form of Worship
13 Tempted by Rot
14 Tribute to…
Alex “Engash-Krul” Calvi