Recensione: Transmutate

Di Nicola Furlan - 17 Maggio 2010 - 0:00
Transmutate
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Genere:
Anno: 2009
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74

Da un po’ di tempo a questa parte la scena metal estrema nostrana si arricchisce di valenti realtà. Lasciando volutamente da parte il movimento black underground, sia in campo death metal (e derivati compresi), sia in campo thrash, il nostro panorama sfoggia un ventaglio di band dalle indubbie qualità e dalle buone idee in quanto, sempre più di frequente, anche nel caso di autoproduzioni, capitano in mano dischi ben composti, adeguatamente prodotti nonché suonati a modo. I vicentini As Memory Dies rientrano a pieno titolo in questa schiera di giovani promesse.

“Transmutate” è stato composto e pubblicato nel corso del 2009 e riunisce sette brani di melodic death metal che non percorrono, come i più di certo s’attenderanno, i sentieri tracciati dai precursori della scena svedese (e che tanti ancora ricercano!). I nostri sono autori di un death metal melodico dai connotati epici le cui ritmiche hanno un incedere poderoso perché scandite da convincenti mid tempo. Le armonie, talvolta cupe, contribuiscono a delinere scenari introspettivi ed evocativi che ben si intrecciano alle trame acustiche ordite con raffianto tocco strumentale.
Ora, molti di voi avran pensato: fin qui nulla di trascendentale! Sono tanti i gruppi ad aver dato vita a composizioni siffatte. C’è però qualcosa in più da rilevare. Ascoltando la parte centrale di Eyeway To Identity, piuttosto che quella della suite The Tragical History Of Doctor Faustus, si intuisce che la ricerca di tali soluzioni non è fine a se stessa, ma orientata a enfatizzare i contenuti lirici del disco. In particolare, è proprio questa tripletta di canzoni finali a far risaltare quel quid compositivo in più che qualifica “Trasmutate” rispetto a tante altre produzioni accostabili a tal corrente musicale. Importante quindi spender due parole sulle tematiche affrontate. Tali si rifanno al dramma teatrale redatto dal poeta inglese Christopher Marlowe appunto intitolato “The Tragical History Of Doctor Faustus”. Faust era uno scienziato maniacalmente affascinato da teorie mediche e filosofico-teologiche e pure s’appassionò di magia nera intesa come ricerca del sapere puro, quello che tende al limite del sovrumano. Al tempo, volutamente percepito come pratica blasfema, questo ardente desiderio sarebbe stato inesorabilmente spento dall’etica ignorante imposta dal ‘sistema sociale’ senonché Faust, determinato a farsi illuminare dall’eterno, vende l’anima a Lucifero. In cambio avrà ‘il sapere assoluto’, nonché la possibilità di farsi portatore di luce, la stessa luce che metaforicamente venne maledetta dal Supremo intenzionato a soffocare la curiosità nascente dalla realizzazione dell’IO.
Musicalmente, l’intenzione di dar forma coerente al concept è stata raggiunta: epicità musicale e riflessione tematica sono state combinate nella giusta misura realizzando di fatto l’idea del concept-suite. Impresa non facile, sopratutto perché conseguita da una realtà underground!

Buono anche l’operato dei singoli, sopratutto il lavoro alle sei corde che, tanto nelle sezioni soliste, quanto nei già citati tratti acustici, davvero ben eseguiti, si attesta uno dei punti di forza di “Trasmutate”. Per quanto riguarda la voce c’è da precisare che convince di più il cantato pulito, assai più teatrale e profondo dell’ibrido ‘mezzo screm/mezzo growl’ che identifica la maggior parte dei pezzi. Un punto di debolezza del lavoro si potrebbe rilevare nelle reiterate sezioni ritmiche cadenzate da un basso numero di bpm. Forse in queste occasioni qualche sfuriata in più, nonché la presenza di qualche significativo up tempo, non avrebbero limitato la qualità di “Transmutate” anzi, con molta probabilità, l’avrebbe impreziosita.
La produzione lascia un po’ d’amaro in bocca per la carente attenzione verso gli arrangiamenti atmosferici che, se maggiormente curati, avrebbero valorizzato le circostanze più intime ed evocative del songwriting.

Alla conta dei fatti “Transmutate” è un album più che discreto. Se confrontato con dischi prodotti da band di ben altro nome, l’esordio discografico di Fabio Caruso e compagni ne esce a testa alta e, per la riuscita di alcune prospettive, anche vincitore. Gruppo dotato di buone potenzialità e da tener sott’occhio!

Nicola Furlan

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TRACKLIST:

01 Eyeway To Identity    
02 Fifth Day, Leviathan    
03 A Season Of Failures    
04 Distress In A Velvet Room    
05 The Tragical History Of Doctor Faustus – Act I
06 The Tragical History Of Doctor Faustus – Act II    
07 The Tragical History Of Doctor Faustus – Act III

Lineup:
Fabio Caruso: Voce
Cristian Barocco: Chitarra
Valerio Beninati: Chitarra
Diego Polato: Basso
Nicola Costantini: Batteria

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