Recensione: Trapped
Trapped è il sesto capitolo dei teutonici Rage. La formazione, capitanata dal grande vocalist e bassista Peter Wagner, nata agli inizi degli anni ‘80 ha dato tanto al Metal made in Germany non ricevendo forse quanto avrebbe realmente meritato. Trapped a mio parere è un vero e proprio capolavoro. Un album che può fare da spartiacque tra i primi rozzi e aggressivi lavori della band e quelli più melodici che, da Missing link in avanti, caratterizzeranno sempre di più i futuri lavori dei Rage.
Questo disco non ha punti deboli, è semplicemente inattaccabile sotto ogni punto di vista. L’artwork, punto spesso sottovalutato, è un piccolo gioiello artistico che con i suoi colori accesi e allo stesso tempo “oscuri” non può passare inosservato. Il songwriting è vario e non c’è una traccia in particolare che “stoni” con le altre. Le canzoni inoltre sono alterante con grande sapienza ed esperienza in modo da non stufare in alcun modo anche dopo diversi e ripetuti ascolti. L’ascoltatore, suo malgrado, non può che lasciarsi trasportare ammaliato dalla bellezza della musica. In Shame on you si rimane incantati da un leggero arpeggio orientale originale contrapposto ad un riffing pesante e così senza accorgersene si passa alle veloci e facili ( nel coro in particolare ) Solitary men e Enough is enough; due perle melodiche di rara bellezza. Scorrono la fulminea Medicine con i suoi tempi sostenuti e arriva subito dopo la cavalcata Questions impreziosita ( fermata ) da un breve break centrale geniale: psichedelico! Take me to the water è un grandioso urlo rabbioso, struggente contro la fame del mondo. Un tema poco originale ma che purtroppo è sempre di maledetta attualità e che i Rage non hanno paura di affrontare. Si prosegue con convinzione e potenza con due tracks esaltanti per la forza che in modo diverso riescono a trasmettere; trattasi delle bellissime Power and greed ( una tipica power speed metal song ) e di The body talks. In quest’ ultimo brano Peavy Wagner sfodera forse il meglio di se con un cantato emozionante, vario che segue come un ombra i continui cambiamenti di sound. In Not forever si è testimoni di un vero e proprio lento d’autore metallico melanconico dove i Rage ci dimostrano che anche con un riffing potente si può trasmettere tristezza. Si giunge così verso la fine del disco con una successione di pezzi veramente eccelsi. Prima la granitica Beyond the wall of sleep non lascia scampo con le sue melodie appena accennate, poi è tempo della hit del disco Baby, I’m your nightmare: song dotata di un coro che rasenta la perfezione! Il compito di mettere il sigillo su Trapped è affidato alla graffiante e supersonica ( speed metal allo stato puro con sezione ritmica da brividi ) Fast as a shark e Difference. Quest’ultimo pezzo, così come l’opener, è geniale; meritevole di numerosi ascolti ( fantastica la voce di Peavy quando dice: “You’ll notice the difference ) e degna di far calare il sipario!
Esistono dischi che hanno il “potere” di incantare, di trasportare nel vero senso della parola chi li ascolta. Le parti così facendo magicamente si invertono e in questo caso il cd diventa il vero padrone e l’ascoltatore una mera marionetta che viene scaraventata impotente da una parte all’altra brano dopo brano. Non sapete di cosa sto parlando? Compratelo…
TRACKLIST
SHAME ON YOU / SOLITARY MAN / ENOUGH IS ENOUGH / MEDICINE / QUESTIONS / TAKE ME TO THE WATER / POWER AND GREED / THE BODY TALKS / NOT FOREVER / BEYOND THE WALL OF SLEEP / BABY, I’M YOUR NIGHTMARE / FAST AS A SHARK / DIFFERENCE.