Recensione: Trial By Fire
Bella botta questo ‘Trial By Fire’. I fautori sono gli Accusator, fulminante Thrash band che scorrazza per l’ostile altopiano finlandese dal 2020, quando tre quarti degli ex Adrenaline (giovane band in attività dal 2009 al 2013) decidono di tornare a suonare assieme cambiando nome ed arruolando nelle proprie file il batterista Atte Autio (I Am Your God, Cepalus).
Il loro sound è l’essenza del Thrash finlandese, portato su questa gelida terra dopo la metà degli anni ‘80 da band come National Napalm Syndacate, Stone, Airdash, Ancient Rotten Graveguards, Maple Cross e Prestige, giusto per citarne alcune, che, ispirandosi ai gruppi che emergevano prepotentemente dall’America e dal cuore dell’Europa, avevano dato il via ad un movimento tellurico di magnitudo alto e dirompente.
Nel giro di pochi anni, però, l’interesse per il Thrash andò via via scemando, fino ad essere praticamente soffocato dall’espansione del più innovativo Death Metal, che, dalla fine degli anni ’80, aveva cominciato a radicarsi profondamente e sempre più intensamente nella penisola scandinava.
Come per il resto del mondo, anche per la Finlandia l’arrivo del nuovo millennio ne ha segnato il ritorno: soffiando sulla brace la fiamma del Thrash è stata ravvivata e molte vecchie band sono tornate in pista influenzando, soprattutto, le giovani.
Gli Accusator appartengono alla nuova generazione e ‘Trial By Fire’ è il loro album di debutto, autoprodotto e disponibile dal 18 marzo 2022.
Il quartetto è solido ed ha le idee molto chiare: mantiene l’impronta del genere, ma non disdegna unirlo, qua e là, con linee melodiche più moderne ed orecchiabili, senza però smorzarne la primordiale carica feroce. Non si tratta di un ibrido, ‘Trial By Fire’ è Thrash al 100%, senza il minimo cedimento o ammorbidimento. Il risultato è, semplicemente, devastante, ulteriormente rafforzato dalla qualità tecnico-artistica dei quattro ragazzi, che rappresentano in pieno il musicista medio scandinavo (eccellente, non c’è bisogno di dirlo), e da quell’atmosfera che arrotonda pesantemente i suoni, tipica delle produzioni scandinave.
Colpiscono la bella voce di Jaakko Hentilä, che più Thrash non si può, ferocemente chiara, determinata e carica di rabbia ed odio, ed il muro sonoro che gli sta dietro, praticamente impenetrabile.
Le bellicose e martellanti ‘Deliberate Act od War’ e ‘The Pill’ sono delle vere mazzate, già ascoltando loro capiamo che questa band è fuori dal comune.
‘Cease to Exist’, traccia sopra le righe, spezza la furia con qualche inserto che richiama le melodie tipiche del Metalcore e dell’Alternative. Non c’è solo rabbia dentro l’anima degli Accusator, ma anche tristezza e dolore e l’approccio a questi generi lo evidenzia.
La ferocissima ‘Acid Attack’ ha un riff portante che ricorda molto bene quel gran pezzo che è ‘Speak English or Die’ dei S.O.D., detto questo, detto tutto, mentre il tiro con il quale si sviluppa ‘N.S.T.M.’ è follia allo stato puro.
Particolare menzione per la bellissima ‘Witch Hunt’, il cui continuo alternarsi di sensazioni è massacrante: malinconia, rassegnazione, durezza marziale, determinazione e velocità, tutte trasformate in violenza sonora, nonché per l’emozionante e tirata ‘False Memories’, dall’andatura trascinante e coinvolgente.
Chiude ‘U-257’ (dalla sigla di un U-Boot tedesco appartenente ai Branchi di Lupi ed affondato nell’Atlantico nel 1944), scura ed implacabile, porta alla mente la tragicità della guerra condotta sotto il mare.
Assolutamente da ascoltare a più riprese, ‘Trial by Fire’ è un esordio oltre misura che mette gli Accusator sul podio finlandese e non solo. Non c’è altro da dire se non invitare a premere il tasto play. Nel frattempo teniamo d’occhio questa band ed attendiamo il prossimo lavoro.