Recensione: Tutto è Uno
Arriva dalla Calabria, ed in particolare da Catanzaro, la band progressive-rock Rotta A Sud, la quale si affaccia al proscenio con il suo primo lavoro discografico, intitolato “Tutto è Uno”.
Preliminarmente, preme rilevare che il sestetto di musicisti esibisce una cura molto particolare per i testi. I Rotta a Sud, infatti, raccontano, attraverso l’utilizzo della formula del concept-album tanto cara al rock degli anni Settanta del secolo scorso, le esperienze di un uomo che ha avuto la possibilità di vivere all’intero delle dinamiche della storia del nostro Paese e dei suoi giochi di potere. Ecco, dunque, che i brani della band traggono spunto dalle vicende della Primavera Araba come del disastro di Ustica, ma anche dal viaggio introspettivo del protagonista.
Il suono che accompagna queste storie, come si diceva, è il più classico prog, genere nel quale l’Italia è stata tra i principali alfieri, e che qui si manifesta in una forma compatta e lineare.
Ne è primo esempio l’iniziale Ouverture – In Fuga, che si dipana tra chitarre, tastiere e voce ed è ingemmata dai guizzi del violino, palesandosi memore della lezione di Banco e Gentle Giant. Lo stesso può dirsi pure della successiva Quadrante Est, che sviluppa però una linea melodica più aperta e gradevole.
Il Cielo Sopra Ustica, altresì, si muove tra grinta rock, espressa anche dai turbinanti assoli di una chitarra quasi fusion, e delicati tocchi di pianoforte.
Primavera Araba fin dall’inizio svela, ovviamente, spunti world, facendo venire alla mente i ricordi di vere e proprie glorie nazionali come gli Area o, ancora certa new wave italiana degli anni Ottanta.
Nuovamente sui sentieri del più classico progressive ci porta, di contro, Tutto è Uno, composizione illuminata da squarci di tastiere vorticose, in uno sviluppo uptempo molto energico sebbene inframezzato da flash classicheggianti.
L’esordio dei Rotta A Sud, dunque, si dimostra convincente e già sufficientemente maturo grazie ad un suono che si rifà certamente al prog italiano dei tempi che furono, ma che è reso ancora più interessante grazie ai temi delle liriche, che non temono di confrontarsi con temi importanti. La proposta artistica della band, è, peraltro, alleggerita da un sound lineare, melodico, piacevole, e a tratti quasi cantautorale.