Recensione: Twisted Reality
Ehhhh … Ogni tanto qualcosa sfugge … anzi, nella realtà, non solo “qualcosa” ma parecchie cose, anche di valide purtroppo! Sono troppe le uscite, non è materialmente possibile star dietro a tutte.
Da quando le etichette hanno capito che, soprattutto per quanto riguarda l’Heavy metal, è più produttivo lavorare sulla quantità che non sulla qualità, con magari guadagni inferiori, ma più sicuri e senza quasi più bisogno di rischiare degli investimenti sugli artisti emergenti, il mercato discografico della musica dura è stato letteralmente invaso da ogni sorta di pubblicazione, senza contare il numero infinito di album autoprodotti, in tanti casi anche di buona qualità.
In pratica, chi suona presto o tardi incide, a volte accontentandosi di mettere in circolo poche copie fisiche (in alcuni casi anche solo 50, un numero veramente basso) giusto per la soddisfazione di averlo fatto od affidandosi completamente alla distribuzione digitale, con i suoi pro e i suoi contro.
Fondamentalmente, però, è la promozione quella che fa la differenza, è lei lo strumento che porta a far conoscere il proprio lavoro in modo esteso (a parte i concerti, naturalmente), ma quante band non ce l’hanno fatta, pur se valide, perché l’etichetta, od il promoter, sono stati superficiali nello svolgere il loro lavoro di diffusione …
‘Twisted Reality’, debut-album dei danesi Prophecy è uscito nel 2018 via Metal Domination Records e non ha avuto una grandissima distribuzione.
Per rimediare oggi viene riproposto, anche se è già uscito un secondo album: ‘Metal Punishment’ del 2019.
E’ da segnalare che tra le fila dei Prophecy troviamo il chitarrista Nikolay Atanasov, conosciuto per aver fatto parte della band storica Agent Steel, nel periodo più recente che va dal 2019 al 2022, suonando nel loro ultimo album ‘No Other Godz Before Me’ del 2021.
Per il resto, i Prophecy degli esordi suonano un Thrash vecchia scuola, onesto, genuino e che risente dell’esperienza di Nikolay con la creatura aliena di John Cyriis, discretamente tecnico, con canzoni formate da riff solidi e ritmiche quadrate e crude, con la voce di Galin Ivanov (uscito dalla band il 2019 prima di ‘Metal Punishment’ ed ora nei bulgari ‘Hades’) sufficientemente teatrale, con buoni passaggi dal furente all’epico, pur se con qualche limitazione estensiva.
Però … la varietà degli arrangiamenti tra un pezzo e l’altro della scaletta è poca e nel songwriting vige una ridondanza eccessiva: riff, sequenze strumentali e refrain vengono ripetuti, in quasi tutti i pezzi (esclusa solo la Title-Track), quasi all’estremo (anzi, ‘New World Order’ va oltre l’estremo), tanto che ci sono momenti che diventano fastidiosi e non si vede l’ora che succeda qualcosa d’altro.
Va bene il voler disturbare, ma qui si esagera, non si ottengono scrolloni, anzi si arriva quasi al tedio. Ci metto il “quasi” perché le cose positive, quelle descritte due periodi sopra, ci sono, ma vengono sovrastate da tutto questo ripetersi.
Se poi aggiungiamo una produzione un po’ troppo asettica, la mancanza totale di novità, degli assoli power oriented che quasi viaggiano per conto loro, tanto che potrebbero essere scambiati tra le canzoni, ed una personalità che non esce … insomma … ‘Twisted Reality’ è un album ostico da portare avanti.
Riassumendo: scarsa promozione, un nome anonimo (sui Metal Archivi si leggono 31 band con lo stesso monicker), un sound già sentito ed un songwriting ripetitivo: la partenza di questa band non è che sia stata positivissima.
Non conosco ‘Metal Punishment’, non so se c’è stata una crescita, ma spero proprio di sì. Il giudizio su ‘Twisted Reality’, purtroppo, non raggiunge la sufficienza.