Recensione: Two Of A Kind
Avevamo già incrociato i salernitani Stamina un paio d’anni fa, in occasione del loro album di debutto “Permanent Damage”, disco che aveva destato ottime impressioni e portato alla ribalta un gruppo dal notevolissimo potenziale.
Alle prese con un interessante ibrido generato intersecando hard rock, progressive ed heavy, cui andavano ad aggiungersi saltuarie incursioni fusion/jazz, la band campana aveva, infatti, lasciato aperta la strada a possibili sviluppi d’assoluta qualità, seguito naturale di quanto di buono offerto sin dagli esordi.
Sviluppi che non hanno tardato a manifestarsi, portando l’ensemble capitanato dal chitarrista Luca Sellitto a compiere un significativo step verso una maturazione artistica che già ora si mostra efficace, ma che potrebbe rivelare nelle prossime mosse, risvolti ancor più prodigiosi e di sorprendente caratura.
La nuova opera “Two Of A Kind” è, in effetti, quello che potremmo indicare senza se e senza ma come un album assolutamente completo e pronto per essere lanciato in rotazione “pesante” negli stereo di tutti gli amanti di musica heavy dal taglio raffinato e non banale.
Modellato su strutture dall’anima, questa volta, del tutto “prog”, il disco prosegue sulla strada della contaminazione “intelligente”, addizionando il sound dei brani con godibili interventi jazzati e morbide aperture fusion, cui di tanto in tanto vanno ad aggiungersi ritornelli dal sapore “easy” in stile hard rock ed una tensione strumentale di marcato stampo power.
Ricco d’elaborate sfumature e ben studiato nella scorrevolezza dei pezzi, l’album amalgama con disinvoltura le qualità migliori dei musicisti coinvolti, lasciando loro ampio spazio d’espressione, pur senza mai dare luogo a sterili eccessi. In tale contesto, salgono alla ribalta il bel lavoro chitarristico eseguito dal mastermind Sellitto e, soprattutto, le notevoli linee vocali impostate da Giorgio Adamo, singer in possesso di un’intonazione che in alcuni frangenti può persino tradire l’orecchio dell’ascoltatore più esperto, sovrapponendosi quasi perfettamente allo stile versatile di Tobias Sammett degli Edguy, piuttosto che a quello potente ed aggressivo dell’ottimo John West.
Una miscela che, spesso, richiama suoni assimilabili a Symphony X, Royal Hunt, Cornerstone ed agli stessi Edguy, con riflessi di Rainbow e Deep Purple altrettanto manifesti, manda in orbita una serie di canzoni che, con particolare riferimento alla prima parte della tracklist, propone valori costantemente prossimi all’eccellenza.
Dopo un buon numero di passaggi, alcuni episodi tendono tuttavia a spiccare più degli altri per longevità e spessore compositivo, oltre che per un semplice e pratico piacere d’ascolto.
La magniloquenza neoclassica della drammatica e crepuscolare “Too Tired To Live”, la dinamica ed esuberante “Power of Love” e l’avvolgente e purpleiana “Maker Of The Universe” sono, dopo tutto, gli esempi migliori per rappresentare la bontà di “Two of A Kind”. Un costante rincorrersi di contrappunti power-prog con riferimenti hard n’heavy e fughe Malmsteeniane, nobilitati da una voce a tratti a dir poco sensazionale ed una sicurezza esecutiva da esperti e consumati professionisti della scena.
Corredata da un trio di bonus track e dalla presenza di un paio di ospiti di lusso (l’ex Royal Hunt, Henrik Brockmann e Kenny Lubcke già visto con Narita e Cornerstone), la nuova creazione dei nostri Stamina presenta insomma, un numero sostenuto di ottime ragioni per essere definita un successo.
Una scaletta ben assortita nei colori e nelle atmosfere, piuttosto omogenea nell’alta qualità dei contenuti (sottilizzando al massimo, possiamo forse solo rilevare un qualche calo di tensione nelle parti conclusive), ben prodotta e suonata ai limiti della perfezione. Un’opera che, oltre a confermare la robustezza della proposta del gruppo campano, si pone quale ulteriore indizio a testimoniare come anche alle nostre latitudini esistano talenti in grado di fare la differenza e realizzare dei piccoli gioielli musicali che, sino a non molti anni fa, ingenuamente credevamo possibili solo oltreoceano o in terre nordiche.
Buonissimo lavoro ed eccellente band per farla breve. Un nome da appuntare e da tenere in forte considerazione per quella che promette di essere una vera e concreta certezza per il futuro.
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Tracklist:
01. Intro
02. Eyes Of The Warrior
03. Burn Your Fears (Feat. Henrik Brockmann)
04. Too Tired To Live
05. Power Of Love
06. Supremacy
07. Maker Of The Universe
08. Mystery
09. Black Moon
10. Heart Of The World
Bonus:
11. Maker Of The Universe (Kenny Lubcke alla voce)
12. Too Tired To Live (Kenny Lubcke alla voce)
13. When The Feeling Is Real (Demo)
Line Up:
Luca Sellitto – Chitarre
Andrea Barone – Tastiere
Giorgio Adamo – Voce
Roberto Chiumento – Basso
Umberto Spinello – Batteria