Recensione: Tyran’s Oath

Di Andrea Bacigalupo - 8 Febbraio 2025 - 22:54
Tyran’s Oath
Etichetta: Listenable Records
Genere: Heavy 
Anno: 2025
Nazione:
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75

New Wave of Traditional Heavy Metal” … non è che sia molto d’accordo con questo termine, considerando l’Heavy metal anticonformista per natura, non certo tradizionale.

Però questo nuovo corso di band, che all’incirca dalla metà degli anni 2000 ha cominciato ad evidenziarsi per l’utilizzo di elementi tipici di venticinque/trenta anni prima (ricalcando non solo gli stili musicali ma anche la caratteristica attitudine Denim and Leather) e che da allora ha sempre più seguaci, bisogna pur distinguerlo in qualche modo, per cui va bene, che NWOTHM sia!

Cauldron, Enforcer, Still Wing, White Wizard sono stati tra i primi a rialimentare le braci sotto il sacro fuoco, forse all’epoca un po’ sopito, ma mai del tutto spento.

I Tedeschi Tyran sono agganciati pienamente a queste band, senza dubbio di sorta.

Nati in epoca pandemica, divulgati un paio di Demo esplorativi nel 2020 (‘Highway Warriors’ e ‘Fists Of Iron’) e calcato un po’ di palchi ora si presentano definitivamente con il Full-Length ‘Tyran’s Oath’, già pubblicato nel 2024 da Iron Shield ed ora ristampato da Listenable Records.

Trattasi di un numero di tracce che varia da 9 a 12 a seconda del formato, vinile piuttosto che digitale, CD o cassetta, di puro e incondizionato Heavy Metal senza la minima contaminazione, con le influenze che vanno dai Judas Priest alla NWOBHM di Saxon ed Iron Maiden, passando per i connazionali Accept e Scorpions e fino ad attraversare l’oceano con i Riot, i Malice e pure i Dokken … più qualsiasi altro di quell’epoca che ci si voglia sentire, alcuni in modo molto marcato e quasi imbarazzante, altri solo a livello di sfumature (tipo i pochi secondi del finale maideniano di ‘Fists Of Iron’ per fare un esempio).

Seguendo il manuale del buon metallaro il tiro viaggia spedito, con alcune punte di Speed che ci stanno proprio bene (‘Protectors of Metal’ su tutte). Le tracce puntano su un’orecchiabilità pressoché continua, con strofe e refrain coinvolgenti fatti apposta per far divertire ed urlare sotto il palco.

C’è una marea di armonie, gli assoli sono sufficientemente funambolici per risultare trascinanti senza diventare spocchiosi o prolissi, mentre la sezione ritmica crea un buon muro sonoro solido e scuro.

Lo stile vocale va da un modello Power Metal (potrebbe ricordare un Tony Moore), utilizzato principalmente nei momenti più sparati, ad uno più classico … non male, il cantante crea un buon vortice emotivo anche se viene spesso aiutato nei momenti salienti con cori aggiuntivi o stratificando la sua stessa voce.

La scaletta ha più o meno tutta la stessa intensità, con qualche brano più smodato (la già citata ‘Protectors of Metal’, ‘Bomber’, ‘Higway Warriors’), alcuni ad andatura più controllata (‘Strike of the Wip’, Tyran’s Oath’) ed un paio pezzi con il ruffiano aspetto del singolone (‘Assault’, ‘Thrill of the Chase’). Però non ci sono ballads … solo un po’ di chitarra acustica nella Title Track per renderla più completa.

Concludendo, ‘Tyran’s Oath’ celebra un tempo che dovrebbe essere ‘passato’ ma che, invece, continua ad essere ben ‘presente’ ed anche fortemente radicato. Non c’è una novità che sia una, ma chi vuole appartenere alla NWOTHM non cerca questo: “Come and join the circle, take your oath at the altar of stone” è solo questa la legge da rispettare.

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