Recensione: Ultima
Secondo Ep per gli Italiani Strider, gruppo power/thrash (con influenze death) proveniente da Perugia. La band è composta da Atoragon e KJ alle chitarre, Andrè J alla voce, Makse al basso, Napalm alle tastiere e Reanimator alla batteria.
Ciò che risulta più interessante all’interno di questo Ultima, è il tentativo (non sempre riuscito) di questi ragazzi di proporre un metal assolutamente personale, prendendo spunto ora dal power, ora dal thrash, ora dal death, ora dal nu metal. Questa caratteristica rende la musica degli Strider estremamente affascinante, anche se in certi passaggi si ha la sensazione di non capire esattamente quale sia il fine della canzone, diventando un po’ dispersivi. In altre situazioni invece i suoni thrash delle chitarre si mescolano alla perfezione con una sezione ritmica eccezionale, che non ha cali, passando da ritmi power, a sfuriate death, fino a passaggi prog (anche se quest’ultimi solo accennati). Belli e coinvolgenti i motivi disegnati dalla tastiera, a dimostrazione dell’amore che questi ragazzi nutrono per gruppi come Children Of Bodom.
Ciò che purtroppo mi lascia perplesso di fronte ad una sezione strumentale davvero positiva, è la voce di Andrè; convince nelle parti di tonalità medie, dove diventa aggressiva al punto giusto, mentre non convince nei passaggi alti, finendo per stonare su certe note. Da rivedere anche il colore della voce, che alle volte è troppo freddo e non rende giustizia alla musica della band. Bisogna comunque tenere conto del fatto che la registrazione dei 5 brani su Ultima non è delle migliori, e la qualità della voce è quella che più ne risente.
I brani comunque scorrono bene, in particolare In The Outer Space, con un attacco melodico e trascinante, e Beyond The Grave, a mio avviso il migliore del lotto! L’avvio è caratterizzato da un arpeggio di chitarra accompagnato da dolci violini; la pace dura poco perché subito la chitarra, con organi distorti e batteria, innalzano un muro sonoro deciso e d’impatto per poi proseguire a grande velocità.
I numeri ci sono, la qualità anche, così come l’idea (splendida) di fondere più generi insieme. Non è facile, e in certi punti si sente una dispersione dell’idea di partenza. Sono errori prevedibili, ed evitabili solo con l’esperienza; da rivedere invece la voce, buona in certi punti, ma priva di mordente (e a volte stonata) in molti altri, e questo incide sulla valutazione finale. Per chi ama Eldritch e Children Of Bodom, gli Strider sono sicuramente ragazzi da tenere d’occhio.
Roberto “Van Helsing” Gallerani
Tracklist:
1. In The Outer Space
2. End Of Days
3. Chainsaw
4. Deadly Alliance
5. Beyond The Grave