Recensione: Ultima Grace

Di Manuel Gregorin - 15 Settembre 2022 - 0:05
Ultima Grace
Band: Ultima Grace
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2022
Nazione:
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80

Debutto discografico per gli Ultima Grace, band nata dalla mente del tastierista giapponese Yuhki, già attivo in formazioni nipponiche come Galneryus e Alhambra.  Dietro al microfono invece troviamo la presenza illustre di Anette Olzon, già nota per la sua esperienza nei Nigthwish come sostituta di Tarja Turunen, ed attualmente in forza ai Dark Element. Oltre  a ciò, la vocalist scandinava, presta poi la sua voce a numerose altre collaborazioni musicali, a cui vanno ora ad aggiungersi anche gli Ultima Grace. Questo progetto a dir la verità era già stato pubblicato in Giappone a marzo 2022, e solo dal 9 settembre, grazie all’interessamento della Frontiers Music, che viene distribuito anche nel resto del mondo.
Il genere proposto in questo omonimo debutto è un power/prog metal con inserti sinfonici per un totale di un’ora di musica. Oltre alla Olzon e Yuhki, la formazione viene completata dal chitarrista Toshihiro Kajihara, il batterista Hideki  e il bassista Atsushi Hasegawa, tutti musicisti giapponesi attivi con varie formazioni del sol levante come Mahatma  e Gerard oltre che i già citati Alhambra.

Si inizia con A Legend Begins, brano di due minuti che svolge più che altro il ruolo di intro della iniziale Getting On With Life. Passate le prime battute scandite da un coro con un massiccio effetto cattedrale, il pezzo prende la forma di un power melodico rinforzato da un buon ritmo sostenuto.  La voce di Anette Olzon si rende  già protagonista con melodie accurate ed un ritornello di quelli che si imprimono nelle orecchie di chi ascolta. In evidenza poi un doppio assolo di chitarra e tastiere ad opera di Toshihiro Kajihara e Yuhki. Un inizio bello scoppiettante per gli Ultima Grace.
Cry For The Rain si apre con un solo di  malmsteeniana memoria per poi assumere la struttura di un metal melodico con certe sfumature rock n’roll, a cui si aggiunge un cantato dai sapori pop.  Di rigore anche qua il doppio assolo della premiata ditta Kajihara/Yuhki. Powers Of North And East ci riporta su territori più metal, prima con un intro epico e pomposo alla Rhapsody, poi si comincia a correre con un bel power veloce di scuola Stratovarius sostenuto dalla doppia cassa martellante. Inoltre tra le sfuriate di chitarra e tastiere si fa notare anche qualche passaggio di basso eseguito da Atsushi Hasegawa.
Beguile The Night invece presenta un andatura più ragionata. Il risultato è un metal melodico che si avvicina ancora ad un certo pop ed un ritornello di facile impatto.

Ora qualche malizioso potrebbe pensare che dopo i primi buoni pezzi gli Ultima Grace potrebbero aver già esaurito il loro repertorio di buone idee e non abbiano più niente altro da dire. Al contrario i nostri è proprio nella seconda parte che cominciano a sfoderare le loro armi migliori. Infatti le composizioni cominciano ad arricchirsi di elementi progressive, a volte addirittura jazz. Caratteristiche queste già evidenti nella successiva Ripples, un lento dove la band si lascia andare  a dei passaggi jazzati ed un immancabile stacchetto sinfonico nella seconda parte. Rise è un altro power metal melodico con un cantato orecchiabile e non rari ammiccamenti al prog. Non mancano poi nemmeno qui degli assoli di chitarra e tastiere eseguiti con maestria.

Si sterza verso soluzioni più heavy con Night Hunt e Double Caution, due pezzi decisamente più veloci e dinamici, con i vari strumenti che compiono duelli sonori a colpi di ricercate strutture progressive. Nel caso di Double Caution poi, la Olzon offre un’interpretazione più adrenalinica rispetto ai suoi standard in questo lavoro.

Notevole poi The Lost, una suite di undici minuti dall’andamento epico e glorioso che scorre via tra riusciti vocalizzi melodici, spruzzate di symphonic  ed elaborate partiture strumentali con chitarra e tastiere a giocare ancora un ruolo da protagonista. Un suono di archi ci introduce alla conclusiva Requiem, un lento malinconico con voce e tastiere in primo piano mentre ci avviamo alla conclusione di questo album.

Un lavoro davvero convincente questo omonimo esordio degli Ultima Grace, come sinceramente non mi sarei aspettato. Infatti non di rado questi progetti paralleli spesso risultano, per quanto ben suonati, un po’ piatti e fatti con il pilota automatico. Non è il caso di questo debutto invece, dove i pezzi sono freschi ed ispirati con Yuhki e soci che propongono sempre trame musicali di un buon livello qualitativo. Il tutto infine impreziosito dalla prestazione di Anette Olzon che in questo lavoro troviamo veramente in splendida forma. La vocalist svedese, infatti, riesce a trasmettere feeling ai brani rendendoli sempre apprezzabili.

Non sappiamo quali siano i progetti futuri degli Ultima Grace, se casomai ci sarà un secondo capitolo o meno. E non sapremmo nemmeno dire se coinvolgeranno ancora Anette Olzon o se sia stata contattata solo come ospite per includere un nome importante in questo progetto. Improbabile, ovviamente, che la cantante sia veramente volata fino in Giappone per finire poi a bere Asahi assieme al resto della band dopo le session di registrazione. Molto più facile che sia stata una collaborazione a distanza e che gli unici contatti tra la Olzon e Yuhki siano stati qualche scambio di mail contenenti i file da cantare da una parte e l’iban di Anette su cui versare il bonifico dall’altra…

Sarebbe comunque un peccato se quest’album non avesse un seguito, conosciuto dalle nostre parti grazie ad una buona intuizione di Frontiers che ha deciso di ripescare questo piccolo gioiello e renderlo fruibile ad un pubblico più vasto.
Forse questa visibilità accresciuta, porterà più motivazioni al combo nipponico per realizzare un secondo capitolo. E viste le buone qualità espresse, speriamo accada presto.

https://www.facebook.com/YUHKI.OFFICIAL

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