Recensione: Ultimate Darkness
Attivi dal lontano ’92, i Dakseed sono una realtà germanica del panorama goth metal.
Questa ottava release ce li ripropone artefici di un buon goth metal dalle varie influenze.
Produzione ultracompressa, come l’industria metal di oggi vuole, suoni al limite del sintetico, tastiere che richiamano il synthpop, in definitiva un perfetto incrocio tra i Rammstein ed i Paradise Lost di Draconian Times.
Le composizioni, semplici e di impatto, risultano cariche di quei concetti che rendono il prodotto finale altamente commerciabile.
Si passa da stacchi in pieno stile Rammstein a ritornelli che rimandano ai Paradise Lost meno death (“parodia” di quel capolavoro che fu Icon), fino a giungere a soluzioni care agli ultimi Soilwork.
Non vorrei inoltrarmi in territori che sanno più di sfogo personale piuttosto che una considerazione puramente oggettiva, ma i Nostri propongono un prodotto che sa di già sentito, che non porta alcuna evoluzione e, per una band che fa della tecnologia la propria arma vincente, il tutto risulta artificioso e privo di mordente concettuale.
Il goth metaller incallito mi può obiettare che l’attitudine, riscontrabile in certi passaggi dal vago sapore Christian Death o in altri chiaramente derivativi di Moonspell (da Irreligious a Sin/Pecado), sembra essere verace, io però controbatto asserendo che un prodotto altamente derivativo come questo non ha senso di esistere, se non per gli appassionati maniaci del genere.
Un lavoro per nulla approssimativo: l’ arrangiamento, la produzione e la post produzione sono tutt’altro che artigianali. Ma dietro questa patina di pseudo perfezione formale ci si ritrova con un dischetto in mano privo di contenuti che rendono le band originali imprescindibili.
Non si riscontra una caduta di tono, non un brano completamente sballato, il tutto risulta decadente, aggressivo, melodico, sofferente, apocalittico in certe occasioni, purtroppo l’intero platter scorre via senza lasciare segno alcuno, nè positivo nè tantomeno negativo, un prodotto manieristico.
Non starò qui ad elencare le trovate piacevoli di “Disbelief” o della title track “Ultimate Darkness”, il ritornello sofferto e malinconico di “Endless Night”, ritengo questo “Ultimate Darkness” un lavoro ben prodotto e confezionato che arriva alla sufficienza solamente per questi fattori ma prescindibile per tutto quello sopra descritto.
Lavoro banale e superficiale.
Tracklist:
1. Disbelief
2. My Burden
3. Ultimate Darkness
4. Biting Cold
5. The Dark One
6. Save Me
7. Speak Silence
8. Next To Nothing
9. Follow Me
10. The Fall
11. Endless Night
12. Sleep Sleep Sweetheart