Recensione: Ultimo Miraggio
“Esisteva un paese del Nord che, durante i lunghissimi anni della sua millenaria storia, aveva bandito i sentimenti dell’amore e dell’amicizia.
I suoi abitanti indossavano pesanti abiti e vestivano il loro cuore con corazze impenetrabili.
Un crudele Re governava con pugno di ferro la sua gente, obbligando i padri ad educare i figli nel rispetto della legge che proibiva qualsiasi incontro tra giovani di sessi opposto.
In segreto, Flora ed Eroe sfidavano le spietate tradizioni del loro popolo vedendosi e amandosi di nascosto, in meravigliosi giardini da tutti dimenticati, fin quando non furono scoperti.
Il Re scagliò la sua tremenda punizione sui due amanti: Flora tornò indietro negli anni e rinacque per purificarsi; Eroe fu condannato ad allevarla come padre e ad invecchiare precocemente, così che non avrebbe fatto in tempo a rivedere la sua Flora nel fiore degli anni.
L’amore di Eroe però superò i limiti del tempo, annullando gli effetti della seconda purificazione e liberando il cuore della giovane Flora dall’impenetrabile corazza della maledizione.
Eroe non morì invano, ma lasciò che un nuovo fiore sbocciasse in quelle aride e fredde terre del Nord: il candido fiore della Nuova Speranza.”
Mai giudicare un libro dalla copertina, dice il detto; anche se le bizzarre raffigurazioni oniriche rappresentate dal maestro d’arte Walter Mac Mazzieri (già in passato illustratore de Le Orme) si sposano alla perfezione con l’atmosfera respirata nelle vicende della storia di Ultimo Miraggio. A narrarci questo racconto dalle tinte fiabesche non è Beatrix Potter, bensì i Mad Crayon, band romana appartenente all’ondata progressive di fine secolo.
E proprio come molte delle prog band italiane appartenenti a questa generazione, nel sound del loro album d’esordio si presenta una forte tendenza alla composizione sinfonica-tastieristica. Arrangiamenti e strumentazione talvolta molto folcloristici, alternati talvolta da sintetizzatori di stampo quasi più ottantiano che settantiano; forti sono comunque le influenze dei Genesis (ai tempi di A Trick of the Tail e Wind & Wuthering), degli Yes e, inesorabilmente, della PFM.
Rimane invece curiosa la scelta di alternare linee di cantato in italiano con altre in inglese, le quali talvolta disorientano chi ascolta questo concept. Nonostante ciò, i testi sono così curati da rimanere senza alcuna ombra di dubbio uno dei punti di forza del disco; Romanticismo e Poesia sono le parole d’ordine, là dove a far da portabandiera è la favolosa ballad Fiore di Luna, la cui essenza meglio non si potrebbe sintetizzare se non in una sola parola: l’amore.
Lo stampo puramente progressivo si presenta invece in pezzi come Running Child, uno strumentale dove non mancano chiare citazioni a due titani della musica come Bach e Mozart, o la schizofrenica Rapids to the Distant Sea. Forse proprio quest’ultima traccia, in cui si alternano motivi giocosi a melodie malinconiche, fa eccezione assieme alla title track Ultimo miraggio nel riassumere in sé sia la dolce vena oscura dell’inesorabile destino che Eroe deve affrontare, sia quella più briosa e solare delle speranze e dei sentimenti amorosi di Flora.
Il disco scorre così liscio che nemmeno ci si accorge che già è finito. In alcuni punti questo platter dalle sfumature un po’ naif si rivela essere soporifero e forse si fa sentire la mancanza di un songwriting un pochino più incisivo; non dimentichiamoci però che stiamo parlando di un debut album e, sebbene non sia troppo originale e pecchi leggermente nel mixing (il quale è stato decisamente più curata nel successivo Diamanti), questo Ultimo Miraggio non è certamente privo di contenuti.
Come una fiaba, va saputo prendere nel modo giusto, al fine di regalarci una piacevole serata in sua compagnia.
Lorenzo “DottorFaust87” Gestri
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Tracklist:
1. Lost in Years
2. Dance of Puppets
3. Fiore di Luna
4. Running Child
5. Rapids to the Distant Sea
6. I Giardini di Zoe
7. Ultimo Miraggio
8. Persa nel Tempo
Lineup:
Daniele Agostinelli: voce, Tastiere
Luca Cleri: chitarre
Alessandro Di Benedetti: piano, Sintetizzatore
Stefano Fabiani: batteria
Daniele Vitalone: basso