Recensione: Ultra Beatdown
Ed eccoci arrivati alla recensione dell’ultimo album dei tanto criticati (giustamente) DragonForce. Fino a quest’anno la formazione inglese ha sfornato album con costanza, e con la stessa costanza ha ripetuto la stessa solfa ogni volta. Questo album sarà diverso? Diciamo di sì. Ma anche di no. Le canzoni di questo album presentano la stessa struttura di quelle degli altri album: intro, bridge, assolo, bridge, ritornello, assolo, assolo, assolo, assolo, assolo, assolo, assolo, ritornello, assolo, chiusura.
La durata dei brani è rimasta invariata: sempre sui 7-8, estenuanti, minuti. Però ci sono delle differenze, ed è bene che vadano notate, nonostante l’opener (diventato singolo) Heroes Of Our Time mi abbia fatto mal sperare tempo fa per l’uguaglianza e la monotonia con cui è stata scritta. Ho deciso comunque di comprare l’album, e di fidarmi del fatto che questo avrebbe incluso almeno qualche novità. Ed eccola infatti, già nella seconda traccia: The Fire Still Burns si apre con un interessante intro di tastiera alla Europe, per poi scadere nella solita piattezza che caratterizza ogni singola canzone dei DragonForce. Reasons To Live comincia con un irritante suono elettronico alla “Mario Bros” per poi esplodere in sonorità che ricordano vagamente il metal estremo. Batteria a mille, blast beat e riff velocissimi. Dave Mackintosh è un mostro, e bisogna riconoscerlo. Ovviamente la canzone rimane banale per quasi tutta la durata (6 minuti e 26 secondi). Si salva solo l’assolo che non si presenta subito come un insieme disordinato di migliaia di note, ma come qualcosa di piacevole da ascoltare. Fino a quando la velocità che caratterizza i DragonForce torna di nuovo a fare da padrona.
Heartbreak Armageddon è la solita traccia scontata, farcita solo dai suoni preferiti di Herman Li, tipici dei giochini degli anni ’80-’90 come Pac-Man, che non bastano, ovviamente, a far apprezzare i noiosissimi 7 minuti e 42 di note sparse qua e la. Premo avanti e si presenta The Last Journey Home, dall’inizio davvero interessante e dal proseguo davvero catastrofico: sempre le stesse cose, che palle!
Si continua con la power ballad A Flame For Freedom, forse la migliore dell’album (i DragonForce hanno sempre fatto centro con le ballad). Diciamo che è un’occasione gentilmente offerta dalla band multietnica per permettere all’ascoltatore di riposare le proprie orecchie ormai in fiamme. La settima traccia è una canzone parallela a Soldiers Of The Wastelands per prolissità e monotonia. Niente di nuovo sotto il sole. Arrivo così all’ultima The Warrior Inside (e, chissà perché, mi vien da gridare FINALMENTE!) che ha un inizio simile a The Fire Still Burns ma che continua esattamente come tutte le altre tracce.
Concludendo questo album presenta delle novità, che i fan sfegatati dei DragonForce sentiranno e sapranno apprezzare, ovvero la positiva e maggior partecipazione di Vadim Purzhanov, che negli altri album era quasi trascurato, e l’aumento dei suoni elettronici che Herman Li riesce a fare giocando con la propria Ibanez. A coloro che invece odiano la formazione inglese sconsiglio l’acquisto dell’album, perchè a parte quelle misere (e poco significative) innovazioni si tratta sempre della stessa storia. I DragonForce sono un gruppo tecnicamente fantastico, ma sfruttano male la fase di songwriting, rimanendo fedeli ai pochi che riescono a sopportare la loro velocità. Peccato, perché da un gruppo che ha un tastierista fantastico, due chitarristi tanto pazzi quanto bravi e da un batterista che batte le pelli in modo spaventoso ci si aspettano lavori di gran lunga migliori. Purtroppo loro sono fatti così, e hanno più volte dichiarato di non voler cambiare, come ancora non cambierà, con questo Ultra Beatdown, la spaccatura tra coloro che amano e coloro che odiano i DragonForce.
Voi da che parte state?
Tracklist:
1. Heroes of Our Time – 7:15 * MySpace *
2. The Fire Still Burns – 7:52
3. Reasons to Live – 6:25
4. Heartbreak Armageddon – 7:42
5. The Last Journey Home – 8:15
6. A Flame for Freedom – 5:20
7. Inside the Winter Storm – 8:11
8. The Warrior Inside – 7:14