Recensione: Ultralive Ballisticrock
E siamo a otto! Se il vecchio Ted Nugent da Detroit va avanti di questo passo a dieci live album ci arriva presto! Radunati al capezzale personaggi di spicco quali l’antico pard Derek St. Holmes (chitarra), l’ex Rainbow Greg Smith al basso e il bombardiere dei Dokken Mick Brown alla batteria, il Nostro riversa su doppio Cd le prestazioni on stage della band che porta il Suo nome perpetrate durante il tour “I Still Believe” del 2011. Sedici i pezzi proposti, fra i quali di certo non potevano mancare mitragliate – termine moooooolto appropriato quando si tratta di scrivere riguardo l’ultra-patriottico chitarrista del Michigan – quali Wango Tango, Cat Scratch Fever, Stranglehold, Call of the Wild e Motor City Madhouse.
Ultralive Ballisticrock non si può però per nulla considerare SOLAMENTE come un doppio album dal vivo: Nugent fra un pezzo e l’altro predica, predica e predica ancora, urlando al mondo il Suo amore per gli Stati Uniti, senza utilizzare alcun giro di parole. Ted è conservatorone che da sempre ci mette la faccia, sarà anche un oltranzista sotto molti punti di vista ma va sottolineato che non si è mai nascosto, rischiando di Suo. Riguardo le idee che da una vita porta avanti, ovviamente poi ognuno può valutarle come meglio crede in base alla propria esperienza e sensibilità, il fatto saliente è che anche quest’ultimo lavoro targato Frontiers ne è pregno.
Tornando all’hard rock, l’album trasuda energia, di quella vecchia maniera, figlia degli anni Settanta, anche se in una veste elettricamente proponibile, in linea con un prodotto sul mercato nel 2013. Mancano le cannonate che dal vivo l’heavy metal sa fornire in dosi da cavallo, ma il vecchio Ted grazie alla Sua lunga milizia nella guerra dei watt riesce ad incanalare la potenza espressa dai “Suoi” anche all’interno di varianti blueseggianti quali Hey Baby ed episodi meno duri della portata di Great White Buffalo. D’altronde l’adrenalina è da sempre patrimonio del Dna di pezzi quali Wango Tango e Turn it Up e, alla fine, Nugent riesce comunque a trovare la quadra, grazie a un dinamismo primordiale ineccepibile.
Nulla di nuovo sul fronte occidentale – ops… sul fronte Confederato in Virginia – ma la solita, sana overdose di rock’n’roll elettrico autocelebrativo fino all’eccesso che il cowboy di Detroit sa produrre da più decenni. Un bentornato, quindi, a Theodore “Ted” Nugent, arzillo sessantacinquenne – compie gli anni proprio oggi, il 13 dicembre! -, che in passato ha saputo consegnare alla storia del rock duro una delle più brutte copertine di sempre (Scream Dream, nel 1980) accanto ad altre azzeccatissime, iconiche, come Weekend Warriors e State of Shock.
Di Ultralive Ballisticrock esiste anche la versione in Dvd/Blu Ray.
Stefano “Steven Rich” Ricetti