Recensione: Uncolored World Dying
Confermando il suo supporto ai gruppi emergenti la Burning Star Records pubblica il debut album dei Subliminal Fear, band salentina
che con questo Uncolored World Dying si pone l’obbiettivo di entrare in grande stile all’interno del mercato discografico, forte di una
copertina realizzata da Nerve Design (Nile, Threshold, The Duskfall, Extrema…) e di una promozione curata dalla Chiara Pellegrini
Agency. Passando alla musica i nostri si fanno portatori di un death metal melodico che molto deve alla tradizione italiana oltre che ai
classici punti di riferimento esteri.
Il disco si apre con Insane Archetype e subito ci troviamo davanti alla piena evoluzione dello stile musicale che ci
accompagnerà per l’intero disco: riff serrati arrangiati a due chitarre, una delle quali avente sempre il compito di delineare linee
melodiche a nota singola, spesso alternando corde adiacenti in modo da creare il classico effetto basso-alto. A questo stile di chitarra
si accompagna naturalmente il classico cantato che si divide tra screaming nelle parti più tirate e voce pulita nei break: da notare il
fatto che il cantante Carmine non limiti i suoi escursus melodici ai soli ritornelli, ma li porti anche in ambienti diversi, come ad
esempio gli stacchi tra una strofa e l’altra. Le strutture sono tutte abbastanza articolate, tanto è vero che nessuna traccia scende
sotto i quattro minuti e ben sette su nove sforino, anche abbondantemente, i cinque. Se però in episodi come The Silence that Remains
lo sviluppo sulla lunga distanza è davvero una bella idea e si esplicita nella stupenda apertura sui soli al minuto 3:15, che
rilancia l’azione della band per una seconda parte di canzone da applausi, in altre occasioni, come ad esempio la title track
Uncolored World Dying posta a chiusura del platter, alla lunga le ritmiche cominciano a ripetersi o comunque a variare non con la
verve necessaria a mantenere alta l’attenzione. Subentra il fattore noia dunque, che si accentua ancor di più quando ci si accorge che i
pezzi sono bene o male abbastanza ripetitivi e, soprattutto, hanno nella tecnica strumentale la loro più grande lacuna. Spieghiamoci
meglio: i Subliminal Fear sembrano soffrire della sindrome del musicista bravo ma non eccelso che tuttavia vuole mostrare la sua tecnica
sempre e comunque. I nostri realizzano canzoni su velocità di metronomo mediamente alte nelle quali i due chitarristi non stanno fermi
un attimo, creando in ogni occasione intrecci piuttosto complicati da decifrare, ma che rimangono sempre uguali a loro stessi come
strutturazione generale e dunque dopo un po’ perdono tutto il loro fascino; aggiungiamo a ciò che questi intrecci sono sì complessi, ma
non certo difficilissimi a livello esecutivo, e quindi pure il potenziale ascoltatore invasato dello shredding sempre e comunque non
trova in questo album pane per i suoi denti. Questa lacuna si nota ancor di più negli assoli i quali ben raramente si spingono in
virtuosismi degni della scuola italiana (che pullula di eccellenti musicisti), ma più spesso si limitano a cercare il feeling in un
ambiente che, perlomeno a parere di chi scrive, richiederebbe ben altre soluzioni soliste. Tornando a parlare del cantato la situazione
migliora, ma non troppo e questa volta a causa di produzione e arrangiamento: i cori infatti suonano piuttosto disuniti e, sebbene siano
molto belli come idee di base, non riescono ad ottenere l’effetto a cui avrebbero potuto ambire probabilmente a causa dell’assommarsi di
intonazione non perfetta, panning troppo aperto, effettazione insufficiente e mixing troppo avanti rispetto alla voce principale.
Uncolored World Dying è dunque un disco che presenta alcuni episodi molto riusciti (le già citate Insane Archetype e The Silence that
Remains) che però rimangono oasi in un deserto troppo ripetitivo e, soprattutto, troppo caotico per continuare a dare belle sensazioni
dopo svariati ascolti. Dispiace molto, ma per ora oltre la sufficienza risicata non si può proprio andare.
Tracklist
1- Insane Archetype
2- Destroy My Ruins
3- Crawls int the Depths
4- The Silence that Remains
5- I’ve Lost My Control
6- Stare
7- Leave your Eyes in this Burning Sky
8- My Pain Unfold
9- Uncolored World Dying