Recensione: Uncrown
Tocca ora alla Black Lodge fare il colpaccio: il secondo disco degli Ages è bellissimo! La band di Falun, che già ci aveva fatto ascoltare ottimi brani nel precedente The Malefic Miasma, trova col neonato Uncrown una quadratura del cerchio quasi perfetta. Nei nove brani che compongono l’opera non esistono filler o momenti morti e l’ascolto risulta ad altissimi livelli. Ciò che fa da padrone in Uncrown sono le canzoni. Tendenzialmente parliamo di un black metal atmosferico ben radicato negli anni ’90, che ha come antesignani Dawn, Vinterland e altri illustrissimi; i concetti vengono qui però resi moderni sia in fase di produzione che negli arrangiamenti.
Il tipo di atmosferico proposto dagli Ages non è di quello straniante, onirico, da meditazione o da balera ma è guerrafondaio e pesta come un ossesso. Il blast beat qui è onnipresente ma fa sempre parte di un percorso, che centellina e dosa molto bene carezze e bastonate, certezze e disillusioni, dissonanze e grandi melodie. Quello che sorprende di Uncrown è il taglio epico e cinematografico che si è voluto dare ai brani, pescando così il famoso coniglio dal cappello con trame sonore una più riuscita dell’altra.
In tutto questo ben di Lucifero, la band svedese ci fa ascoltare anche una certa Undivine che, a nostro parere, è uno dei migliori brani black ascoltati in questo infausto 2020. Il riff portante vi entrerà in circolo come una pandemia; da questo difficilmente guarirete e con ogni probabilità farete il solco sulla traccia a forza di passaggi. Qui l’espressione artistica degli Ages raggiunge l’apice e conclude con un gran bel passaggio acustico.
Uncrown è un disco semplice e che fa proprio della semplicità una delle sue armi migliori; quando il songwriting è solido si è sempre in una botte di ferro e non c’è bisogno di sovraincidere anche i peli pubici del proprio gatto per coprire gravi lacune. Gli Ages sono ben consapevoli di questa cosa e ci offrono un disco praticamente incriticabile, che ha il solo difetto di sfumare in maniera un po’ troppo repentina al minuto quarantatre.
Amanti del black metal fatevi sotto, questo disco è imperdibile!