Recensione: Undead Island
Sono giunti al loro terzo album i veneziani Membrance: ‘Undead Island’, che ci è stato consegnato nel giugno ‘23.
Band di formazione (e ispirazione) Death Metal classica, in questo Full-Lenght spinge di più verso un’impostazione black metal.
Personalmente ritengo che la scelta sia stata giusta e che la band si trovi più a suo agio con queste sonorità violente e brutali che al mio orecchio riportano dei giovani Cannibal Corpse.
Il concept è il di quello stampo, con pezzi come ‘Riva de Biaso’, che racconta la storia del serial killer veneziano Biagio Cargnio, luganegher del ‘500 famoso per il suo “sguazeto” e che ha dato il nome ad una riva della città … se avete lo stomaco forte vi consiglio di andare a leggervela.
La loro è una Venezia raccontata in chiave gore, senza dimenticare le loro origini: le liriche, infatti, sono quasi tutti in dialetto veneto.
Si sente anche l’ispirazione death svedese classica, che è presente ma non preponderante: ne sono prova i pezzi ben bilanciati ma allo stesso tempi violenti, con abbastanza spazio per riff potenti in pezzi come ‘Marubio’ e ‘1348’.
Però, laddove la potenza spinge manca forse un pelo di fantasia: in un genere che è stato esplorato in lungo e in largo manca quella ventata di freschezza che avrebbe potuto portare ‘Undead Island’ ad un altro livello.
Certamente rimane spazio per sperimentare alla band, che si è comunque dimostrata prolifica nel tempo e certamente non ci farà aspettare molto per una nuova uscita.