Recensione: Under The Cross
Lo scricchiolio di una porta ed entriamo in questa entusiasmante nuova release degli Squealer. Distorsioni di un acido sapore alla Testament, batteria al quadrato e chorus a cinque componenti di backing vocals: questi gli ingredienti principali di un piatto da servire freddo in tavola. Come per tradizione in questo genere, il disco è avvolto in un alone impenetrabile di velocità e rabbia, mentre a denti stretti allontana ringhiando gli ascoltatori più sensibili.
Naturalmente anche qui due chitarre in perfetta sintonia si prestano alla stesura di questo gigantesco incendio: Lars Doring e Michael Schiel riescono a scatenare un macello con riff poderosi e grintosi, che acquistano il loro volume accompagnati dalla batteria schiacciamacigni di Mike Terrana. Il risultato è come sempre un vortice di squilibrio psicologico. Questo gruppo lavora insieme da dodici anni ormai e l’evoluzione è evidente in quest’ultima registrazione, sia dal punto di vista prettamente acustico sia per quanto riguarda quello compositivo.
La reclusione in questo genere non è però del tutto esatta. La voce di Henner è infatti accompagnata da cinque voci praticamente quasi ovunque si trovi un ritornello, a formare delle sonorità che non possono non rimandare ai Blind Guardian: non a caso gli stessi Squealer si definiscono una band Trash Power Metal. Sarete sicuramente attratti da questo disco se già innamorati di band grandissime come quelle sopra citate, ma chi cerca la novità cosa può trovare in Under The Cross?
Ebbene, qui casca l’asino. Gli aspetti negativi sono diversi e primo fra tutti l’estrema rigidità schematica che compone ogni brano: non ci sono particolari novità che possano in qualche modo contraddistinguere questo gruppo da un altro perchè non è la prima volta che composizioni trash siano accompagnate da cori epici a cinque voci. In seconda posizioni i cori stessi i quali, a mio parere, inseriti in questo contesto possono gustarsi solo in un primo periodo: la loro presenza diventa quasi un’ostacolo alla veloce spinta trash cui questo disco è radicalmente ancorato. Under The Cross può considerarsi per l’appunto rappresentante delle tracce appena descritte che cadono ai suoi piedi.
Non manca però l’eccezione che confermi la regola e mi riferisco a Fade Away, dove in un certo senso mi ricredo riguardo la voce di Henner, sicuramente migliore quando si dedica alle parti più tranquille perchè molto calda ed avvolgente in compagnia delle note femminili che contraddistinguono questo brano insieme al pianoforte. Il passaggio alla traccia seguente, Out Of The Dark, vi farà rizzare i capelli mentre pian piano si avvicina la fine dell’ultima fatica di un gruppo che da adesso in poi non può fare altro che migliorare.
TrackList:
1. Painful Lust
2. Facing The Death
3. My Last Goodbye
4. Thinking Allowed!
5. Under The Cross
6. Rules Of Life
7. Down And Out
8. Fade Away
9. Out Of The Dark
10.In Zaire (*)