Recensione: Under The Red Wolfish Moon [EP]
Nel 2001 dei metalhead dalla Crimea decidono di unirsi e formare gli Heather Wasteland. La band è stata attiva fino al 2002, periodo in cui sono riusciti a suonare solo due concerti. La loro performance di debutto della durata di 12 minuti creò scalpore per via del particolarissimo tipo di musica suonata e dell’energia sfrenata dei musicisti sul palco. La musica degli Heather Wasteland è così particolare perché la band ha dato un ruolo speciale al basso, rifiutandosi di usare le chitarre. Caratteristica mantenuta poi in tempi più recenti. Nell’ottobre del 2014 gli Heather Wasteland si sono riuniti con la loro line-up originaria costituita da due bassisti, con l’aggiunta di un terzo bassista. I tre bassi hanno rispettivamente 4, 5 e 6 corde. Un basso a 6 corde con un pick-up midi Roland GK-3B midi attraverso un guitar synth Roland GR-55 suona tutte le parti di strumenti ad arco, degli strumenti a fiato e delle tastiere. Oltre ai tre bassi nella formazione figura la batteria.
Gli Heather Wasteland si definiscono “Heretical Folk Art”. Il loro è un folk metal fuori dagli schemi unito ad un interesse per tematiche oscure o proibite dei periodi pre-cristiani e medievali della storia europea, spesso in un contesto esoterico. Gli Heather Wasteland hanno visioni eretiche sull’idea sperimentale di “Cimmerian folk metal”, ed integrano nella musica il neofolk ed elementi medievali. A causa di queste ragioni “eretiche” il gruppo descrive il suo stile “Heretical Folk Art”. AR (uno dei fondatori della band ed il compositore di “Under The Red Wolfish Moon”) afferma che Evol, Cruachan, i primi In The Woods, Bathory (del periodo viking), e Burzum (del periodo ambient) erano le fonti della sua ispirazione ed il concetto della band è stato influenzato dagli Ancient Rites.
Nella primavera del 2016 gli Heather Wasteland registrano una cover neo-medievale della canzone “Personal Energy” per il CD tributo internazionale ufficiale dei Pestilence (the Netherlands, jazz/death metal), mentre l’EP intitolato “Under The Red Wolfish Moon”, il loro debutto strumentale è uscito in via digitale nel Samhain (31 ottobre) del 2016 e su CD fisico a Yule (21 dicembre) del 2016.
La musica dell’EP è stata composta da AR tra il 1995 ed il 2001 ed arrangiata dagli Heather Wasteland tra il 2014 ed il 2015.
I titoli delle tracce di “Under The Red Wolfish Moon” hanno il loro riferimento tematico su diversi periodi di tempo e diversi luoghi dell’Europa Occidentale.
Gli Heather Wasteland hanno lasciato gli scogli del Mare Inospitale (Mar Nero) e si sono messi in viaggio attraverso lo spazio ed il tempo.Uniamoci al loro viaggio anche noi iniziando da “Tre Sverd”, pezzo dall’animo inizialmente gentile accompagnato da atmosfere mistiche, nebbiose e misteriose per poi farsi potente e veemente. “Tre Sverd” è una traccia epica, intrisa di una nobiltà, un animo battagliero e poetico dall’aria vichinga di “bathory-iana” memoria.
“Under The Red Wolfish Moon” è caratterizzata perlopiù dai forti ritmi marziali e medievali, fragorosi passaggi e accelerazioni technical death. L’atmosfera pare quella da caccia alle streghe dell’Inquisizione. Minaccia, austerità e contemporaneamente grazia permeano il mutevole brano.
“Venice (Barocco Veneziano)” ha una natura gentile, sognante, calma che si intreccia elegantemente in una sorta di crescendo dall’ animo via via più cupo, austero e violento. Le parti più concitate e violente sono costituite da passaggi strumentali veloci scanditi da ritmiche marziali. In Venice pare nostalgicamente riflettervisi la capitale di quella che fu La Serenissima. Nel brano vi sono fusi dramma e serenità. La canzone è dedicata a Prince of Agony ed agli Evol.
“Beltane (Intro) / Wicker Man” inizia con malinconiche melodie disegnate unicamente dal pulsante basso per poi deflagrare in un ritmo aggressivo e marziale dallo stile medievale e dalla complessa struttura prog metal che evoca un rituale pagano e la caccia alle streghe. Vi sono forti suggestioni celtiche, un’atmosfera fiabesca, boschiva, misteriosa. E’ un brano che pare ricordare una sorta di danza, un’epica danza tra l’oscurità e la solare vivacità. “Beltane” è dedicata a Beltane (Sevastopol).
“Under The Red Wolfish Moon (Single Edit)” è una versione leggermente più breve e leggermente più veloce nel ritmo rispetto all’originale dell’EP. Di fatto questa versione non aggiunge nulla al disco. Volendo includere un pezzo aggiuntivo gli Heather Wasteland avrebbero potuto al limite includervi la (gradevole) cover di “Personal Energy” dei Pestilence.
“Under The Red Wolfish Moon” pone gli Heather Wasteland come una band piuttosto coraggiosa ed originale nel panorama folk metal. Una sorta di analogia a livello di scelta strumentale nel metal possono essere i finlandesi Apocalyptica, in cui vi sono però tre violoncelli ed un batterista. “Under The Red Wolfish Moon” degli Heather Wasteland come accennato in precedenza presenta sonorità affini a Burzum del periodo ambient, che dona una sensazione di tempo sospeso in un’altra epoca. La tagliente batteria dona un tocco jazz alle composizioni e nella musica vi sono delle accelerazioni affini al technical death. In “Under The Red Wolfish Moon” vi sono inoltre la grande complessità strutturale del progressive metal e melodie di gusto epico. Le tracce dell’EP sono infuse di istintività e riflessione, atmosfere antiche eppure moderne. “Under The Red Wolfish Moon” può non essere un album di facilissima fruizione per via della mancanza delle chitarre ed anche l’assenza della voce potrebbe pesare. D’altro canto la durata breve rende più fruibili queste sonorità “atipiche”. Andando oltre l’ottica “tradizionale” (chitarra, basso, voce) nel complesso “Under The Red Wolfish Moon” si rivela complessivamente un disco discretamente gradevole nell’ispirazione, ben suonato e ben prodotto. Consigliato ad ascoltatori di larghe vedute tra i fan del pagan/folk metal, gothic, neofolk, art rock, neoclassic, occult rock e musica sperimentale .
Elisa “SoulMysteries” Tonini