Recensione: Under The Seven Skies
Dopo il discreto successo commerciale ottenuto con The Fire Within, i Dante Fox e la Frontiers Records ci riprovano col terzo disco, Under The Seven Skies, la più classica delle “prove del nove” per quella che si presenta come una tra le band più referenziate del melodic rock britannico.
La mente del gruppo è una donna, Sue Willets, cantante certamente preparata ed apprezzabile compositrice, affiancata da un vero maestro della sei corde, Tim Manford, inguaribile amante dello shredding rock esibito, nel nostro caso, con una Paul Reed Smith custom 22 dai suoni brillanti.
Da evidenziare l’oggettivo miglioramento che abbraccia tutti i reparti della formazione inglese, partendo dalle singole prestazioni tecniche e passando attraverso l’atmosfera generale che si respira nei cinquantadue minuti di Under The Seven Skies, sempre densa e carica di energia positiva.
Il fattore fondamentale di quella che io chiamo “evoluzione costruttiva” è l’interazione con gli altri tre musicisti del gruppo, Mick Hales (batteria), Mike Dagnall (basso), Roman Weckowski (tastierista); componenti validi e rodati che trasmettono rinnovata sicurezza ai protagonisti menzionati nel cappello introduttivo.
Dieci brani flessibili e dai contorni variegati; il passaggio dall’AOR di The Last Goodbye al melodic rock di Firing Guns è disinvolto e straordinariamente naturale, agevole tanto quanto il ritorno alle sonorità dolcificanti apprezzate con Hold Out Your Hand.
Lo standard qualitativo si mantiene elevato, il taglio sonoro di Breaking Me Down e di Goodbye To Yesterday è sintomo di un accrescimento melodico dai risvolti radiofonici; Walking The Line invece, sia per l’immediatezza che per la spiccata interpretazione vocale, si guadagna la palma di “top song” del disco.
Il resto è simulacro dell’hard rock genuino di matrice europea. Save Me e Lucky One’s viaggiano leggermente controvento, puntano sul ruvido suono della chitarra di Tim ed eccedono nel coro melenso; la title track è una suite “raccogli-tutto”, nove minuti utili per esemplificare il concetto di Rock espresso dai Dante Fox: niente male.
Registrato ai MadHat Studios di Wolverhampton, Under The Seven Skies riesce a farsi apprezzare anche per la sua produzione limpida e compatta, coi suoni curati nel dettaglio, così come il missaggio e il mastering finale.
Non è semplice emergere e, soprattutto, riuscire a proporre materiale interessante e dalla spiccata musicalità.
I Dante Fox non possono vantarsi di una immensa versatilità stilistica ma propongono una manciata di brani freschi ed interessanti, costruiti e arrangiati con quella proverbiale solerzia mista diligenza che fa di Under The Seven Skies un disco da ascoltare tutto d’un fiato: gli amanti del genere non tarderanno a complimentarsi con Sue & company. Avanti tutta.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
1.The Last Goodbye
2.Firing Guns
3.Hold Out Your Hand
4.Breaking Me Down
5.Goodbye To Yesterday
6.Walking The Line
7.Love Tried To Find You
8.Save Me
9.Lucky One’s
10.Under The Seven Skies