Recensione: Under The Sign Of Odin’s Crows
Avevo già sentito parlare dei nostrani Wotan ma non avevo mai ascoltato nulla di loro, solo ora ne ho avuto l’occasione. Dopo aver visitato il loro sito(http://wotan.truemetal.it) mi accorgo che non è il loro primo lavoro questo Under the Sign of Odin’s Crows,
quindi non mi aspetto una band alle primissime armi, il loro genere è un classico heavy metal anni 80 strettamente epico che deve molto in particolar modo a band come Manowar, Omen, Warlord ed altre grandi degli anni 80.
Tornando a noi, il demo si apre con “Lord of the Wind”, potente e d’impatto, un riff davvero graffiante ed un chorus molto evocativo, Eric Adams è sicuramente il punto di riferimento principale del cantante Vanni.
La produzione non vanta nessun effetto speciale e nessun ritocco digitale, scelta coraggiosa ed apprezzabile (se si avesse un ottimo studio di registrazione alle spalle) ma che rende la costruzione strumentale troppo “impastata”, pecca che purtroppo è presente in ogni pezzo.
Il secondo brano è “The Quest for the Grail”, forse il punto più alto del lavoro, un refrain stupendo che ti entra nella testa già dopo pochi ascolti, davvero epico. Un triste e roccioso assolo ci trasporta in un intermezzo acustico e rilassante (mi ricorda molto la struttura di Battle Hymns) per poi riprendere il ritmo potente iniziale, ottima ancora una volta la prova del cantante. “Dark Centuries” è forse il pezzo più combattivo, ancora una prova
impeccabile di Vanni, che si esalta sul ritmo di una bellicosa batteria accompagnata da riff davvero ben strutturati e chorus strettamente epico che rendono questo pezzo uno dei 2 più riusciti del lavoro.
La conclusiva “Black Conqueror” deve molto, ma proprio molto ad Hail To England (l’influenza di capolavori come Blood Of My Enemy è evidente) e Battle Hymns, davvero ben fatto.
In conclusione mi sento di assegnare una sufficienza strapiena e di incoraggiamento sperando con tutto il cuore che band come questa non cadano nel dimenticatoio ed abbiano il meritato successo, perchè al giorno d’oggi sono sempre di meno i coraggiosi che scelgono di portare avanti la bandiera dell’heavy metal. Meritano davvero l’attenzione di tutti i brothers of metal, l’Italia ha bisogno di band di questo calibro. In bocca al lupo!