Recensione: Underground
Ambizioso questo primo demo di Blackalexxx: il progetto nasce dalla mente del giovane chitarrista Alessandro Matteucci, il quale dopo un periodo di esperienze in varie band di scuola Heavy e Thrash Metal quali Chain Reaction e Wicked Toyz, si dedica alla composizione del suo primo disco da solista. Underground è un disco composto di sole tracce strumentali con ispirazioni che variano fra alcuni dei migliori guitar hero della scena internazionale: da Paul Gilbert, a Joe Satriani passando per John Petrucci .
La produzione non è affatto delle migliori; la batteria, palesemente finta in ogni sua parte, è forse fra le peggiori riproduzioni a computer mai sentite prima d’ora, mentre gli altri effetti sonori provengono da una manciata di campionature midi che risultano essere scelte quasi casualmente e senza alcuna cura. L’intenzione sembrerebbe quella di riuscire perlomeno ad abbellire ogni singola traccia del demo in questione, ma il risultato finale è a dir poco scadente. Quello che ne esce fuori è un sound veramente inaccettabile in cui l’unica cosa che si salva parzialmente è il suono della chitarra, l’unico strumento vero e realmente presente in questo demo. E’ così che durante lo scorrere del disco si possono individuare alcune tracce salvabili come la frenetica Serenity, la velocissima Hot e l’atmosferica e sognante Kiss Away My Heart, che risultano essere basate tutto sommato su buone idee, con una piccola parte di originalità e con la capacità di mettere parzialmente in mostra le indubbie doti tecniche del giovane chitarrista, ma che alla fine assumono una forma talmente poco omogenea da infastidire non poco l’orecchio dell’ascoltatore, sfociando nel classico effetto sbadiglio e trascinandolo nel vicolo cieco della noia. Nulla da aggiungere sul resto della tracklist, il risultato è sempre lo stesso; tracce difficili da digerire anche dopo svariati ascolti e nessuna capacità di riuscire a migliorare la resa complessiva a causa di una qualità sonora del tutto insoddisfacente anche per gli standard di un demo.
Alla fine quello che riesce a salvarsi è cosa davvero esigua: posto che la produzione è semplicemente da buttare – il fulcro sarà anche la chitarra, ma certo standard di decenza non andrebbero mai delusi – per il resto le idee in parte ci sono e il coraggio di certo non manca, alcune parti potranno magari essere utilizzate (anche solo parzialmente) per un disco futuro, ma per il resto c’è molto da rivedere.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 Serenity
02 Hot
03 Long Red Road to Texas
04 Kiss Away My Heart
05 Tribe
06 F.W.F.
07 Underground
08 Forgotten