Recensione: Unholy Deification

Di Valentina Rappazzo - 7 Ottobre 2023 - 18:02
Unholy Deification
Band: Incantation
Etichetta: Relapse Records
Genere: Death 
Anno: 2023
Nazione:
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75

Sento puzza di zolfo!

Ci sono gruppi che non hanno bisogno di presentazioni.

Tra questi saremo tutti concordi ad annoverare sicuramente gli Incantation, dopo qualche anno dall’ultima uscita, ci presentano il loro Unholy Deification come ulteriore dono in questo 2023 che ci sta regalando non poche perle sul genere.

E come altre band quest’anno, la vecchia scuola che ci ripresentano trova spazio in quell’atmosfera brutale ma allo stesso tempo vintage di un death metal brutale e affilato.

La scena si apre con “Offerings” e la prima cosa che noto è la badilata rocciosa della sezione ritmica, pulita e pesante, degna della migliore old school.

Cattivo e tempestoso, questo album scorre che è un piacere. Veloce, molesto e oserei dire dal retrogusto doom. Di certo i temi trattati dalla band non sono leggeri né per tutte le orecchie, ma quando ci si approccia al genere occorre soprassedere. Un po’ di blasfemia non ha mai ucciso nessuno!

Pezzo preferito, mi perdonino i puristi, è certamente Megaron (Sunken Chamber) VI, la cui marcia iniziale accompagna la manata in piena faccia che ci si beccherà subito dopo.

L’ho trovato un album che, nonostante un impatto dolomitico, mantiene una velocità e una scorrevolezza che non sempre hanno contraddistinto i lavori della band, ma che tende l’orecchio ad una nuova sonorità che non lascia scontenti.

Un meritatissimo 75/100 per questi “ragazzi” di un’altra generazione, che spero abbiano ancora molto da dire.

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