Recensione: Unholy Rites

Di Fabio Del Negro - 3 Ottobre 2012 - 0:00
Unholy Rites
Band: Fatal Force
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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62

La strada che connubia heavy e melodic è stretta, simile ad una lama di rasoio ben affilata, di difficile intesa per tanti.
Non sempre è facile fondere questi due importanti elementi – specie se questi formano un dualismo deciso e netto – di rilevanza fondamentale per la buona riuscita della nostra amatissima musica.
La maggior parte delle formazioni, infatti, non approda mai all’apice di questa sottilissima lama, eccezion fatta per i pochi “big” della scena e di qualche realtà underground molto influente.

I Fatal Force rappresentano un esempio vivente di conferma di questa nostra affermazione, nonostante il leader carismatico Torben Enevoldsen possa vantare una buona reputazione, seppure non di certo a livello “big”.
Il trio danese approda dunque su queste pagine con la sua seconda uscita, intrisa nel sound di un timbro palesemente heavy rock ed euro metal.
Subito si afferra l’idea con la quale questo suono prende forma attraverso l’opener “Run For Cover”. Brano privo di introduzione, definisce prontamente questo dualismo fondamentale proprio dei Fatal Force, composto da una fierezza granitica alla chitarra in contrasto netto con la melodia della voce power di Michael Vescera.

Sembra che il gruppo crei quell’atmosfera tipica di “The Book of Heavy Metal” dei Dream Evil, perdendo però di solidità sonora per scagliarsi più verso il famigerato power.
Anche nella title-track la chitarra spinge tutto sui suoi multi-ottavi dai potenti bassi, tipici del death melodico di matrice scandinava, solo più lento. Qui il cantato incespica meno che nel resto della fatica, pur mantenendosi dietro le fila del power. Risulta inoltre difficile assimilare questi scarsi cinque minuti per via del ripetuto palm muting in ottavi eseguito dalla chitarra, buona ma, ripetiamo, snervante.

“Fight” sembra prendere la nota di demerito maggiore. Il buon solo che serpeggia in apertura non aiuta il brano a ricevere la giusta carica, perchè quest ultimo è fin troppo lento e poco adrenalinico. L’ottima rifinitura tecnica non completa fondamentalmente lo scarso contenuto artistico di tutto il lavoro, togliendo originalità e scorrevolezza al metal del combo.
La registrazione comunque è ottima, ricca di bassi e non troppo generosa alla batteria, tanto da dare la giusta enfasi al vero suono metal.

In conclusione non un pessimo lavoro, bensì un discreto disco seppur dal contenuto a tratti un po’ scialbo e piatto, apprezzabile sicuramente dal ramo power. Difficilmente tuttavia, verrà preso in seria considerazione dai puristi del metallo.
Un album che non può considerarsi molto oltre la sufficienza per i motivi sin qui espletati: non riesce a creare il giusto connubio tra heavy e melodic, nonostante l’ottimo chitarrista e songwriter danese possegga tutte le carte per poter smentire, almeno in futuro, questo severo giudizio.

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Tracklist:

01. Run For Cover
02. Unholy Rites
03. Fight
04. Lessons In Evil
05. In Silence
06. No One Will Listen
07. Higher Ground
08. Listen To Reason
09. Enter The Night
10. House Of Pain

Line Up:

Michael Vescera – Voce
Torben Enevoldsen – Chitarre / Basso / Tastiere
Dennis Hansen – Batteria

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